Prestigio, carriera, possesso delle cose, delle persone, una voglia irrefrenabile di ghermire la felicità e in qualche modo mettersela in tasca, meglio averla sempre con sé, piantata nel cuore.
È questa, ha spiegato due anni fa Benedetto XVI, la filiera dei valori del giovane Agostino. Una scala i cui primi pioli sono i beni tangibili e sui quali quel giovane intelligente e pieno di vita si arrampica per vedere se, oltre il crinale della soddisfazione epidermica, essi svelino qualcosa che appaghi più in profondità:
“Spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere – perché sembra più facile – con superficialità, senza pensare; anzi, si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per Sant’Agostino”. (Udienza generale, 25 agosto 2010)
Agostino non si ferma a quei pioli, li sale e la scala punta sempre più verso l’alto, il cielo. Il futuro Santo, spiega Benedetto XVI, non sa accontentarsi del “barlume di luce” trovato qui e là. E non si lascia scoraggiare dagli errori che si accorge di aver commesso o dagli insuccessi collezionati, finché non si accorge, dice il Papa, “che quella Verità, quel Dio che cercava con le sue forze era più intimo a sé di se stesso, gli era stato sempre accanto”.
Una grande lezione per chi oggi cerca Dio e si trova spesso a navigare tra i flutti di un’indifferenza che tutto relativizza:
“Cari fratelli e sorelle, vorrei dire a tutti, anche a chi è in un momento di difficoltà nel suo cammino di fede, o anche a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi vive ‘come se Dio non esistesse’, di non avere paura della Verità, di non interrompere mai il cammino verso di essa, di non cessare mai di ricercare la verità profonda su se stessi e sulle cose con l’occhio interiore del cuore.
Dio non mancherà di donare Luce per far vedere e Calore per far sentire al cuore che ci ama e che desidera essere amato”. (Udienza generale, 25 agosto 2010)
L’esperienza di Agostino come uomo alla ricerca della verità è ancora oggi una delle storie più affascinanti fra quelle dei grandi testimoni del cristianesimo. Perchè?
“Per questa centralità della persona Agostino, dell’uomo Agostino: lui ha saputo vivere con grande lucidità l’interiorità e parlare di ciò che muoveva il suo cuore; questi sono sentimenti eterni, quello che muove il cuore di ogni persona.
Oggi, poi, in certi aspetti ci avviciniamo nuovamente a lui perché egli ha vissuto l’epoca del crollo dell’Impero Romano e quindi della fine di un’epoca, momento di crisi, dunque, di passaggio, dove era chiaro quello che si lasciava, ma non era chiaro verso dove si andava.
Anche per noi, in un certo modo è la stessa cosa, in quest’epoca così veloce, di cambiamenti, di crisi ma anche di scoperte nuove, e allora Agostino diventa un indicatore di percorso, una persona che ci indica l’ottimismo, partendo però anche dalla consapevolezza del peccato dell’uomo, della sua fragilità e quindi del bisogno di Dio. “
Torna al tuo cuore, la verità abita dentro di te, lì Dio ti parla: è il suggerimento che Sant’Agostino ha lasciato all’uomo in cerca di sé e del senso della vita.
Tratto da Radio Vaticana -notizia del 2012-08-28 13:11:49 – Il Papa: cercò la felicità, sbagliò, non si arrese e trovò Dio.