Avila (Spagna) 1534. Una giovane donna di 19 anni bussa alle porte del monastero delle carmelitane. Veste in modo elegante e raffinato. E’ bella. Tutte le riesce bene. Non le manca nulla apparentemente. L’aspetta un brillante avvenire ed è guardata da tutti con ammirazione. E perché dunque vuol entrare al Carmelo?
Perché ha sete, una sete profonda, che nessuna acqua al mondo è capace di soddisfare. Si è convinta che solo Gesù può donarle quest’acqua viva, che disseta. Era già capitato alla Samaritana e sembra ora un luogo comune: ma, davvero, d’allora in poi è capitato, e capita ancora, a milioni di persone.
E’ un amore che è nato, e cresce dentro di lei, irresistibile, praticando ciò che lei chiama : orazione.
E altro non è che “una conversazione intima d’amicizia frequentemente promossa e sostenuta nel silenzio e nella solitudine con Colui da cui sa di essere amata”.
E’ necessario che la brillante Donna Teresa de Ahumada y Cepeda, come la chiamano ancora nel monastero, diventi la bruciante tutta innamorata Teresa di Gesù. Ed è proprio ciò che capita un giorno di primavera del 1554, mentre prega davanti a Cristo tutto coperto di piaghe. D’allora si sente addosso lo sguardo di Lui accorato e quasi implorante d’amore. Da quel momento, la sua vita più non le appartiene, non è più sua, ma Gesù è in lei.
Rivelerà al suo confessore, un giorno, che sembrava impossibile che si potesse amare più di così. “Non smetteva mai di parlare a Lui o di parlare di Lui!”. Non ricordava di essersi dimenticata di Lui per più di tre minuti,
anche in mezzo agli affari e alle preoccupazioni delle sue fondazioni…
– dalla biografia di S.Teresa d’Avila –