Il 112º Papa

La profezia sul 112º papa, Petrus Romanus, presagisce la fine della Chiesa e la distruzione di Roma dopo l’ascesa al soglio pontificio dell’ultimo papa.

Un’ipotesi recente lascia pensare che Pietro Romano non sia riferito a un Papa, bensì al Cardinal Camerlengo che, alla morte del pontefice regnante, siede sul trono di Pietro in attesa dell’elezione del successivo. Da notare che l’attuale Camerlengo è il Card. Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese nel 1934. Notevole la coincidenza che nel suo nome completo sia contenuta la parola Pietro e nella sua località di nascita ci sia la parola Romano.

Si può notare che il nome “Pietro Romano” contraddice la prassi pontificia di non assumere il nome del primo papa (Pietro apostolo). Il nome è invece in linea con alcune coincidenze storiche, famose nell’immaginario collettivo, che vedono l’ultimo sovrano di una dinastia portare il nome del primo (es.: Romolo Augusto, come il primo re e il primo imperatore; Umberto II, come il fondatore della dinastia Savoia; Carlo d’Asburgo, come il fondatore del Sacro Romano Impero; Costantino XI, come il fondatore di Costantinopoli).

Con l’elezione al soglio pontificio di Benedetto XVI°, gli scettici nel riprendere l’antica profezia hanno erroneamente asserito che il motto associato al 111° papa “De Gloria Olivae” è errato in quanto si denuncia che il colore olivastro facesse pensare ad un pontefice di colore.

Dunque il 111 motto associato al papa Benedetto XVI° è in correlazione con il nome che si è imposto Ratzinger ed esattamente si rievoca San Benedetto fondatore dell’Ordine dei Benedettini,ed infatti i monaci vengono denominati “monaci olivetani” e quindi secondo la cronologia profetica il tutto sembra combaciare con l’inizio della grande tribolazione della Chiesa, prima dell’avvento del nuovo tempo…sarà così ?

A sostegno di questa teoria profetica esiste lo scritto della monaca di Dresda vissuta tra il XVII° – XVIII° secolo,la quale profetizza la sequenza degli ultimi papi e la conseguente fine dei tempi, documentata nel 1808 attraverso le 31 lettere destinate a diversi regnanti,papa Clemente XI° e altri religiosi del tempo.

La veggente nella sua epistola inviata a Federico I° di Prussia ,scriveva che l’ultimo Pietro sarebbe giunto dalla sua terra, e infatti all’epoca la Prussia comprendeva la Germania. Appare evidente che Joseph Ratzinger, nato il 6 aprile del 1927 a Marktl Am Inn in Alemagna, farebbe convergere le due profezie riportare da San Malachia e dalla monaca di Dresda. 

La profezia perduta sul Papa nero invece è nella tradizione popolare romana la profezia sull’elezione di un papa nero e trae origine dal motto perduto “Caput nigrum” della profezia di Malachia. Questo motto, andato perduto durante la trascrizione delle profezie, veniva prima o dopo quello del “De gloria olivae”.

La “profezia perduta” è stata tramandata oralmente per secoli ed è talmente radicata nelle coscienze dei romani che all’elezione di Giovanni Paolo II, nell’udire il nome del cardinal Wojtyla la folla esclamò “il papa nero!”.

Se la profezia di Malachia fosse vera, e se davvero ci fosse un Caput Nigrum prima di Petrus Romanus, essa si accorderebbe con una presunta profezia di Santa Ildegarda, che dice che negli ultimi tempi vi saranno due papi, il primo pochi giorni dopo l’elezione sarà ucciso (per gelosia da un cardinale che diverrà antipapa) e sarà succeduto dal secondo che è l’ultimo papa della storia, il più santo di tutti.