Due mezzi indispensabili

“Non è forse una tentazione quella della carriera, del potere, una tentazione da cui non sono immuni neppure coloro che hanno un ruolo di animazione e di governo nella Chiesa?”, si è chiesto il Papa riflettendo sull’esempio di Domenico di Guzman.

“Lo ricordavo qualche mese fa, durante la consacrazione di alcuni Vescovi – ha poi continuato –: ‘Non cerchiamo potere, prestigio, stima per noi stessi. Sappiamo come le cose nella società civile, e, non di rado nella Chiesa, soffrono per il fatto che molti di coloro ai quali è stata conferita una responsabilità, lavorano per se stessi e non per la comunità’”.

“E’ Cristo, infatti, il bene più prezioso che gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo hanno il diritto di conoscere e di amare!”, ha sottolineato.

Con la sua vita, ha detto infine il Papa, Domenico di Guzman ci indica “due mezzi indispensabili affinché l’azione apostolica sia incisiva. Il primo è la devozione mariana, specie attraverso il Rosario”, mentre il secondo è “la preghiera di intercessione”.

“Solo in Paradiso comprenderemo quanto la preghiera delle claustrali accompagni efficacemente l’azione apostolica! A ciascuna di esse rivolgo il mio pensiero grato e affettuoso”, ha concluso.

 

ROMA, mercoledì, 3 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Coloro che “hanno un ruolo di animazione e di governo nella Chiesa” devono rifuggire dalla “tentazione della carriera e del potere”. Lo ha detto questo mercoledì Benedetto XVI all’Udienza generale, parlando di san Domenico di Guzman, fondatore dell’Ordine dei Predicatori, noti anche come Frati Domenicani.