Liborio Coaccioli lavora all’Avvocatura dello Stato. Ha avuto un centinaio di fidanzate, giocava al casinò: ora è teologo e scrive libri “con prove schiaccianti per la fede”. La svolta dopo una visita a Medjugorje: “La mia vita è cambiata: prego sette volte al giorno, digiuno a pane e acqua”
Mi racconti di questa conversione.
«Sabrina, la mia fidanzata dell’epoca, insistette per farmi sciare fuori pista in Val Senales. M’impiantai nella neve. Frattura del menisco, legamenti danneggiati. Dopo mesi di dolore postoperatorio, mi rivolsi a una riflessologa plantare di Pesaro. Tre sedute da 20 euro l’una ed ero guarito. Mentre armeggiava sul mio ginocchio, la sentivo parlare in vivavoce al telefono di Medjugorje. Scoprii così che organizzava viaggi verso il santuario mariano. Per scommessa, quattro mesi dopo andai con lei. E scoprii che il vero pellegrinaggio non è quello».
E qual è?
«A Medjugorje la presenza della Madonna è palpabile, là appare tutto bello e candido, ma è un po’ come trovarsi nel Truman show. Il vero pellegrinaggio comincia appena sbarcati ad Ancona, provenienti dal porto di Spalato: il collega molesto, la cartella di Equitalia, l’automobilista che non ti dà la precedenza…».
Di che tratta I misteri del rosario?
«Di fede. Vi ho riversato la mia abilità forense per convincere il maggior numero di persone con prove schiaccianti. Un’arringa che parte dal primo miracolo eucaristico, quello di Lanciano, dove nell’anno 750 un prete dubitò della reale presenza di Cristo nell’ostia che stava consacrando durante la messa. Subito la particola e il vino si trasformarono in carne e sangue, tuttora custoditi nella basilica di San Francesco. I cinque grumi, conservati in parti diseguali, tanto pesano divisi quanto riuniti tutti insieme. Negli anni Settanta le reliquie furono sottoposte a uno studio anatomo-istologico e l’Oms giudicò inspiegabile il referto finale: il sangue è umano, gruppo AB; la carne è tessuto muscolare striato del miocardio, in pratica un pezzo di cuore, anche questo umano, che a distanza di 12 secoli, se sollecitato, ha tutte le reazioni cliniche degli esseri viventi».
Nel libro si prefigge di rispondere a domande cruciali. Ne cito alcune. Perché Gesù nacque a Betlemme?
«Perché in arabo il toponimo significa casa della carne e in ebraico casa del pane. Non disse di sé: Io sono il pane vivo, disceso dal cielo?».
Perché l’aborto è un crimine?
«Perché priva un uomo della possibilità di compiere il percorso che lo conduce alla vita eterna».
L’inferno esiste?
«Accipicchia se esiste! Ed è eterno, purtroppo per noi».
Ci sono peccati che non possono essere perdonati?
«Uno solo: la bestemmia contro lo Spirito Santo. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro. Matteo 12, 31».
Che cosa c’è oltre la morte?
«I quattro novissimi, cioè le cose ultime, le realtà definitive: morte, giudizio, inferno, paradiso. Un istante dopo la morte, vi è il giudizio particolare. Alla fine dei tempi verrà il giudizio universale, che non è un processo d’appello, ma solo la conferma di condanne e assoluzioni».
Qualcuno ha visto ed è tornato?
«Gloria Polo. È una dentista colombiana. L’8 maggio 1995 fu colpita da un fulmine nel giardino dell’Università nazionale di Bogotá, dove con un nipote di 23 anni si preparava alla specializzazione. Il ragazzo rimase ucciso. A lei la saetta bruciò tutto il corpo, fuori e dentro. Non aveva più i seni; sparita la carne del ventre e delle gambe; fegato, reni e polmoni completamente carbonizzati. Veicolata da un dispositivo contraccettivo in rame, che è un buon conduttore di elettricità, la folgore le bruciò anche le ovaie. Mentre era in arresto cardiaco, Gloria entrò in un tunnel di luce bianchissima. Era pervasa da un senso di pace indescrivibile. Vedevo le persone della mia vita, tutte nello stesso momento, vive e morte, ha raccontato. Ho abbracciato i miei bisnonni, i miei nonni e i miei genitori, che erano già morti. Potevo abbracciare anche i vivi, solo che questi non se ne accorgevano. Dopo averle mostrato l’intera sua vita di peccatrice, Gesù, vedendola sinceramente pentita, le disse: Tu ritornerai per dare la tua testimonianza; la ripeterai non mille volte, ma mille per mille. Guai a colui che ascoltandoti non cambierà vita. In quello stesso momento il sangue riprese a circolare nelle gambe annerite, che i medici stavano per amputarle. Col tempo le sono ricresciuti i seni e le ovaie, tanto che è rimasta incinta e ha potuto allattare la figlia. Adesso gira il mondo per raccontare questa esperienza».
Quando incontrava una bella ragazza, prima che cosa faceva?
«La guardavo e le mandavo un mazzo di rose. Sempre in numero dispari, per richiamare l’idea del completamento. Bianche se volevo comunicare simpatia, rosse in caso di passione travolgente. A volte azzurre o gialle, a seconda del gusto personale».
E oggi?
«Continuo a mandargliele».
Non mi riferivo ai fiori.
«Ah, lei vuol sapere che cosa faccio alle donne? Quello un vero gentleman non lo dirà mai».
Tratto da : Il playboy che s’è convertito per vincere una scommessa – di Stefano Lorenzetto – Dom, 09/06/2013