E io direi che, soprattutto, non vanno sottovalutati i problemi che sono a monte di questi disagi, cioè le difficoltà economiche, i problemi occupazionali – in particolare per i giovani – le difficoltà di integrare il flusso massiccio di ospiti provenienti da altre nazioni con altre culture, con altre religioni, con i nostri cittadini.
Sono questi tutti problemi che sono alla base, in Italia e in Europa, di quello che lei ha parlato disegnandolo come un «ribellismo» giovanile e, più in generale, di un nuovo egoismo, di un rinchiudersi in se stessi di fronte alle minacce esterne, vere o presunte che siano.
Quindi, la politica del nostro Governo mira innanzitutto a tagliare alle radici queste motivazioni rilanciando l’economia, per creare un benessere più diffuso anche verso i nuovi cittadini, e costruendo una politica della sicurezza e dell’accoglienza che sappia coniugare la garanzia dei diritti con un rigoroso rispetto dei doveri.
Credo, certo, che questo non basterà a sanare tutto, perché il disagio sociale è grande ed è una malattia che bisogna curare con un massiccio rilancio proprio dei valori morali e religiosi.
Quanto poi su che cosa i governi o addirittura l’Unione europea abbiano sbagliato a questo riguardo, io non so darle ora una risposta documentata. L’Unione europea, secondo me, deve cambiare, perché oggi i cittadini di tutta Europa la sentono non come qualcosa che aiuta, ma come qualcosa che costringe i singoli Stati a tutta una serie di situazioni, di limitazioni che non vanno nella direzione del bene dei cittadini.
Io credo che noi dobbiamo fare una profonda revisione del modo di agire dell’Europa. Ne ho parlato in questi giorni proprio con alcuni colleghi, con Sarkozy, con Rodríguez Zapatero, ne avevo parlato con Tony Blair e con altri, e sono tutti convinti che siamo di fronte alla necessità di una riflessione su ciò che l’Europa non ha fatto, su ciò che l’Europa ha fatto sbagliando, su ciò che l’Europa dovrà fare.
CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 5 giugno 2008 (ZENIT.org).- Tratto da l’intervista rilasciata alla “Radio Vaticana” e a “L’Osservatore Romano” dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla vigilia della sua visita in Vaticano, venerdì 6 giugno.