“Anche qui, stasera, non abbiamo scelto noi con chi incontrarci, siamo venuti e ci troviamo gli uni accanto agli altri, accomunati dalla fede e chiamati a diventare un unico corpo condividendo l’unico Pane che è Cristo”, ha osservato.
“Siamo uniti al di là delle nostre differenze di nazionalità, di professione, di ceto sociale, di idee politiche: ci apriamo gli uni agli altri per diventare una cosa sola a partire da Lui”.
Pertanto, secondo Benedetto XVI, “il Corpus Domini ci ricorda anzitutto questo: che essere cristiani vuol dire radunarsi da ogni parte per stare alla presenza dell’unico Signore e diventare uno in Lui e con Lui”.
Questa comunità dei cristiani di Roma si è resa evidente quanto il Santissimo Sacramento ha percorso il tratto che porta dalla Basilica di San Giovanni in Laterano a quella di Santa Maria Maggiore.
Il Papa seguiva l’Eucaristia inginocchiato su un automezzo bianco, coperto da un telo, mentre su Roma scendeva la sera. I fedeli, con le candele in mano, professavano in silenzio la fede che poco prima avevano proclamato nella presenza reale di Gesù Cristo nel sacramento.
ROMA, giovedì, 22 maggio 2008 (ZENIT.org).- Presiedendo la celebrazione del Corpus Domini, culminata con una processione per le vie centrali di Roma, Benedetto XVI ha affermato che l’Eucaristia ha introdotto la più grande rivoluzione della storia dell’umanità.