Corinne, una giovane pellegrina a Medjugorje racconta – “Dopo il mio primo pellegrinaggio a Medjugorje ho capito che la preghiera è molto importante. Un giorno, però, mentre pregavo nella mia stanza, ho chiesto a Gesù di spiegarmi come è possibile che la mia povera preghiera abbia una forza invisibile e possa cambiare le cose o salvare qualcuno. Tutto questo mi sembrava una finzione!
Poi, mentre pregavo con gli occhi chiusi, ho visto, con gli occhi dell’anima, un abisso davanti a me. Mi sembrava molto profondo e da esso uscivano delle grida spaventose tremende; non mi avvicinavo perché avevo paura. Allora Gesù mi disse: ‘Questo è l’inferno. Se tu sapessi, figlia mia, quante anime si perdono ogni giorno!’. Poi ho visto una donna cadere in questo buco spaventoso: urlava perché non voleva entrare, ma io avevo l’impressione che qualcuno la tirasse dall’interno.
Vedendo la disperazione della donna ho urlato, ho supplicato Gesù di aiutarla a non cadere e a salvarsi. Ma Lui non faceva nulla e la donna si sprofondava sempre più nell’abisso. Ho iniziato a piangere e ho continuato a supplicare Gesù che mi ha detto: ‘Avvicinati al buco e prendile la mano’. Ho afferrato la mano della donna ed essa ha iniziato a riemergere, mentre Gesù diceva: ‘Vedi adesso quello che può fare la preghiera?’.
Quando ho riaperto gli occhi ho ringraziato Dio per questa esperienza, perché mi ha fatto capire che la preghiera può veramente salvare”.
Da l’Eco di Maria nr. 149