Chi miete riceve il salario

“Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

Mietere significa raccogliere i frutti ,che altrimenti andrebbero persi, inutilizzati. Chi miete fa un lavoro immediatamente utile e il suo lavoro è remunerato. C’è gioia nella mietitura per l’abbondanza che si genera. Ma questa raccolta non è eterna se la gioia non è condivisa con chi ha preparato il suo lavoro.

E’ un esempio di lavoro in fasi. Il prodotto finale remunera tutti. Però chi ha fatto le fasi precedenti non è altrettanto visibile. Ecco la tentazione di escluderlo dalla ricompensa. E l’invito a ricordarsi invece che senza non ci sarebbe il frutto. Perché  per esserci innanzitutto il frutto è partito nel pensiero di chi è uscito per seminare. E ha sopportato le ansie del futuro, nella speranza che dopo altri avrebbero avuto da fare e alla fine qualcuno si sarebbe ricordato di lui. 

Allora non camminiamo come i buoi che arano a testa bassa e guardano solo la terra, ma alziamo gli occhi e guardiamo al nostro livello. Cosa vediamo? Davanti il frutto, l’apice del lavoro che si alza verso il cielo, e dietro, tra una spiga e l’altra, gli occhi di quelli che avevano seminato. Corriamo allora a dare loro l’annuncio: venite e godiamo insieme ! La messe è pronta!.

Ma c’è una lettura più specifica di questo brano. Ed è nel significato oggi così usato della parola salario. In un mondo che da sempre ha esaltato l’idea di un salario come scambio del lavoro, Gesù offre l’immagine dell’occasione.

Il salario è il sale che da gusto alla nostra vita solo se la nostra vita è mietere, raccogliere i segni di Dio, entrare nel campo e praticare la carità, donare ai bisognosi, scoprire le loro vite, condividere le gioie provvidenziali e poi andare a raccontare a tutti queste storie che è poi offrire i frutti in una cesta traboccante, ad uno ad uno, come pescandoli senza limite.