TUTTO QUELLO DI CUI HA BISOGNO

Isabella, imprenditrice di Mirandola in una importante ditta di carrozzeria per autobus con venticinque dipendenti, è una cliente “mancata” della Spei. Conobbe Stefano nel 2010, ma non arrivò mai (ad oggi) ad una collaborazione professionale con lui…

 

Come ha conosciuto la Spei?

Ho conosciuto Stefano nel 2010, per scopi lavorativi. Mi arrivò una telefonata dalla Spei, si proponeva come partner di progettazione industriale: prendemmo appuntamento, e Stefano venne qui in ditta a parlare. Dopo due o tre incontri, però, decisi di procedere col lavoro internamente… Non arrivammo mai a trovare il modo di collaborare.

 

Al colloquio parlaste solo di lavoro?

No, mi presentò anche il progetto Spei. Penso sia molto bello quello che fa. Ricordo che venni colpita da un depliant che si era portato dietro: tra la spiegazione dei servizi offerti campeggiava un’immagine della Madonna. La cosa mi colpì molto: chiesi “delucidazioni” su cosa ci fosse dietro la sua ditta, oltre all’aspetto prettamente lavorativo. Stefano cominciò col spiegarmi il nome della Spei, dall’acronimo di “Stefano Pesaresi Engineering…” all’assonanza con la parola latina “Spes”, speranza. Poi raccontò come funzionava l’assunzione dei dipendenti, portando qualche esempio specifico… Mi disse di credere molto nella Provvidenza, la quale gli fa avere tutto quello di cui ha bisogno.

 

Dica la verità, lo prese per matto?

No, sono credente anch’io… [ride, ndr].

 

Le ha detto qualcosa di nuovo?

Dal punto di vista dottrinale no, avevo già familiarità coi concetti di “Carità” e di “Provvidenza”. Certo era nuovo il fatto che il titolare di una ditta parlasse di queste cose ad un appuntamento di lavoro… Mi raccontò di alcune situazioni di crisi risolte provvidenzialmente in extremis, da un pagamento insperato all’incontro con una persona giusta al momento giusto per fare un determinato tipo di lavoro – ricordo qualcuno di Mirandola, nel settore biomedicale [Aziz]. Durante uno dei nostri incontri, mi parlò pure di un santuario mariano a Ischia, dentro un bosco: disse che fu un’esperienza molto bella…

 

È mai stata in qualche luogo mariano, Medjugorje o Lourdes?

Vado spesso in un piccolo santuario chiamato “Degli Obici”, verso Finale Emilia. In passato fu luogo di apparizioni mariane, ora è abitato da alcuni frati molto legati a Medjugorje. È una chiesetta molto piccola, ma abbastanza famosa in zona. Si dicono Messa e rosari, alcuni dedicati proprio alla Madonna di Medjugorje…

 

Quando ha iniziato a frequentare quel luogo?

Due anni fa, ma non mi accompagnò Stefano. Andai con un’altra persona, un’altra storia… L’ultima volta che ho visto Stefano l’ho invitato a venire con noi, ma non è più passato nelle vicinanze…


Dunque siete rimasti in contatto dopo il 2010… È mai stata negli uffici Spei?

No, c’è qualcosa di strano? [ride]. Forse mi ha invitata, ma non ci sono mai andata. Ho rivisto Stefano tre mesi fa, passò qui in ditta, accompagnato da un ragazzo nero piuttosto giovane [Khalifa?], solo per un saluto – molto gradito, è sempre il benvenuto. Anche se non abbiamo mai collaborato professionalmente, è rimasto un rapporto di stima. Aspetto di accompagnarlo al Santuario degli Obici… E chi lo sa, magari riusciremo a collaborare anche per lavoro…  

27/08/2014