Era quasi finito il tempo della visita. Le infermiere avevano portato la cena in camera. Il compagno di stanza di mio padre, un signore di 89 anni, cui avevano asportato un pezzo di intestino per estrargli un polipo che gli impediva la digestione, voleva mangiare sul letto perchè pensava non ci fosse posto sul tavolo vicino a noi. Ma l’infermiera ha insistito è così si è avvicinato e poco dopo ha cominciato a raccontarmi la sua vita.
Aveva cominciato a 12 anni facendo il facchino, attività che ha proseguito per vent’anni, poi le ferrovie, infine operaio in un’azienda, lavori per i quali non erano mica previste le ferie, diceva. Aveva un corpo ancora forte. La fatica era anche nel suo modo di parlare. Aveva avuto due figli ed ad entrambi aveva dato una casa. Anche al suo primogenito che è diventato sacerdote. “Ma papà, guarda che la casa me la danno” – gli aveva detto lui. “Lo so ma se un giorno ti viene un colpo di testa?” – gli aveva risposto.
Non poteva lasciarlo senza niente. Era un uomo buono. Anche adesso che il colpo di testa era venuto a lui. Eh si, perchè due sere fa per l’anestesia dell’intervento aveva cominciato ad agitarsi tanto che nessuno riusciva a tenerlo fermo. Suo figlio era corso in aiuto in ospedale, lo aveva dovuto legare e lui lo aveva picchiato! Me lo diceva senza riuscire a dirlo. Con le lacrime agli occhi che chiedevano perdono.
Finita la cena lui e mio padre si sono tornati a sdraiare per la notte e io ho dovuto salutarli. Stava per venire buio e dovevo tornare a casa, ma era triste per me vederli così : più che per dormire si erano preparati come se dovvesero essere pronti per un viaggio.
Prima di uscire dall’ospedale sono passato davanti alla cappella e mi sono fermato un momento. “Gesu, cosa ne sarà di loro?” – gli chiedo. C’è lì un Vangelo aperto:
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Mi sento commuovere. Mi piace quel “vollero prenderlo” come si prende con sè ciò che si ha di più caro, prima di un viaggio pericoloso. Magnifico quel “subito”.
Nel frattempo fuori il cielo si era fatto azzurro scuro, in lontananza le nuvole disegnavano un paesaggio infinito, striato di rosa. Gesù camminerà incontro a loro, penso. Se lo vorranno prendere, il viaggio non sarà un perdersi nel buio.
La riva, ora, è davvero per tutti più vicina.