Non tutti i luoghi sono come appaiono, per gli occhi del credente. Alcuni contengono entità che ai più sono nascoste.
Giovanna d’arco vedeva in mezzo alla folla l’angelo custode di ciascuno; Santa Gemma consegnava al suo le lettere da portare al padre confessore a Roma; alla beata Giulia da Certaldo l’angelo portava fiori freschi che lei non poteva cogliere, stando in una piccola cella senza porte e con due minuscole finestre.
Proprio lì ho scattato l’immagine di questo articolo. La foto per un caso è venuta sovrapposta con una precedente che il cellulare non era riuscito a fissare per intero. Così il confronto tra le due risulta facilitato. L’oggetto è appunto la finestra che mette in comunicazione la cella con la chiesa dalla quale la beata poteva attingere ai sacramenti.
Ma nella immagine più a sinistra si può notare qualcosa di bianco, forse un lembo di lenzuolo che fluttua sotto il divisorio. La cosa che stupisce è che si tratta di una cosa reale perché sulla parte superiore l’oggetto riceve la luce dalla lampada che illumina tutta la stanza, mentre al di sotto proietta la sua ombra.
Ogni congettura è possibile, ma a me è venuto subito alla mente l’angelo con cui lei conversava e che vedeva diventare triste ogni qualvolta gli si rivolgeva con argomenti qualunque e sorridere invece quando faceva gli elogi del Salvatore.
E ancora, i due angeli vestiti di bianco che aspettavano gli apostoli nel sepolcro la mattina della resurrezione. Dissero allora e dicono ancora oggi agli increduli: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?”.