A dorso di mulo

E’ solare, impetuosa, vivacissima. E forse anche un po’ vanitosa, visto che le piace specchiarsi spesso e a lungo. Un giorno, però, a 17 anni, lo specchio non le dà più la gradevole sensazione delle volte precedenti: improvvisamente si sente brutta, non si piace più.

Sente ribollire dentro un sacco di domande cui non sa dare risposta, il suo avvenire continua ad essere una grossa incognita, reclama una maggior libertà che i genitori  non le vogliono dare.

La tentazione è di scagliare contro quello specchio il primo oggetto pesante a portata di mano, ma all’improvviso la sua attenzione è attirata da un’immagine che lo specchio riflette: il quadro della Madonna, da un sacco di tempo in capo al letto cui lei non ha mai fatto troppa attenzione.

Salta sul letto per osservarlo meglio ed è un “incontro ravvicinato” con la Madonna che le cambia la vita. Questa ciociara (nata a Vallecorsa, vicino a Frosinone, il 4 febbraio 1805) ha in suo papà un educatore eccezionale, che le insegna a pregare e ad amare la Sacra Scrittura.

E’ lui a farle cogliere, quando è appena adolescente, il significato profondo dell’Agnello pasquale, come simbologia di Gesù che viene condotto alla morte e versa il suo sangue per la salvezza degli uomini. E la ragazzina ci ragiona su, concludendo che anche lei deve spendersi completamente, se necessario anche fino allo spargimento del sangue, per portare Gesù a tutti.

Poi arriva una predica di don Gaspare del Bufalo (il futuro santo e fondatore dei missionari del Preziosissimo Sangue) a farla innamorare perdutamente di Gesù, al punto da trasformarla in predicatrice e missionaria. Non però in Africa,come aveva sognato da bambina, ma nella sua Ciociaria, in mezzo ai pastori, ai quali insegna a leggere, a scrivere ma soprattutto ad amare Gesù.

Ad Acuto, una paesello di montagna non lontano da Roma, incomincia a predicare e catechizzare, in piazza e in chiesa, entusiasmando tutti e preoccupando qualcuno, tanto che il vescovo manda un gesuita in incognito a controllare la situazione, ma questo conclude che quella donna “parla meglio di un prete”.

Si sposta a dorso di mulo da un paese all’altro, andando dietro alle richieste e alle necessità dei luoghi. E dove non può arrivare di persona spedisce lettere (quasi 2000): alla gente semplice, ma anche a preti e vescovi, sindaci e prefetti, per consigliare, educare, proporre e spronare.

Con alcune compagne dà inizio alla Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo: insieme a lei dovranno dedicarsi all’evangelizzazione e alla promozione della persona umana attraverso scuole, ritiri spirituali, catechesi, accoglienza dei più poveri.Oggi sono più di 2000, sparse in tutti i continenti e in 26 nazioni.

 

20 Agosto – Memoria di santa Maria de Mattias – Autore: Gianpiero Pettiti

Muore a Roma, poco più che sessantenne, nel 1866 e nel 1950 Pio XII la dichiara beata. Nel 2003 Giovanni Paolo II° proclama santa Maria de Mattias, la suora che voleva spendersi completamente per il “caro prossimo” e che sognava di far conoscere Gesù a tutti, “perché Egli sia da tutti amato”.