Andate dunque

Gesù lascia sulla terra il quasi niente: undici uomini impauriti e confusi, un piccolo nucleo di donne coraggiose e fedeli, che lo hanno seguito per tre anni, non hanno capito molto, ma lo hanno molto amato e non vogliono dimenticarlo. 

E proprio a questi fragili, che dubitano ancora, affida il mondo e il Vangelo. Con un atto di enorme fiducia: crede che noi, che io riuscirò ad essere lievito e forse perfino fuoco; a contagiare di Vangelo e di ri-nascite chi mi è affidato. Mi spinge a pensare in grande, a guardare lontano: il mondo è tuo. 

C’è un passaggio sorprendente nelle parole di Gesù: A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terraAndate dunque. Quel «dunque» di per sé è illogico. Gesù non dice: ho il potere e dunque faccio questo e quest’altro. Ma dice: io ho ogni potere e dunque voi fate. 

Quel dunque è bellissimo: per Gesù è ovvio che ogni cosa sua sia nostra. Tutto: la sua vita, la sua morte, la sua forza è per noi! 

E se dicessi anch’io ogni tanto frasi illogiche, come quel «dunque», perché scritte secondo la sintassi stramba dell’amore? Se dicessi: questo mese ho guadagnato di più, dunque Mohamed potrà pagarsi l’affitto. Se dicessi: oggi ho del tempo libero, dunque mia moglie starà in poltrona a leggersi un libro. Allora capisco dove si trova quel cielo di Dio di cui siamo «cittadini» (Fil 3,20): in quelle isole, in quelle oasi, dove la gente parla la lingua sgrammaticata dell’amore.

Andate dunque, profumate di cielo le vite che incontrate, insegnate ad amare, immergete le persone nella vita di Dio. 

 

Lliberamente tratto da “Gesù è con noi sino alla fine del mondo” di E.Ronchi – Ascensione del Signore – Anno A