Ho conosciuto Aziz la mattina del 4 Aprile 2008. Erano circa le 9,30.
Da una settimana Alberto il responsabile dei lavori in corso a Mirandola mi sollecitava a trovare una nuova risorsa che potesse coadiuvare quella che già avevamo ma che ora non era più sufficiente. La sera di giovedì per l’ultima volta mi chiamò per sapere se l’avevo trovata, ricordandomi che il tempo stava per scadere e se io non fossi stato in grado di trovarla si sarebbe rivolto altrove.
Ma io che ormai sapevo che nulla potevo fare delle cose di Dio se non rimettermi alla sua volontà, gli dissi di aspettare ancora un giorno , alla sera di venerdì l’avrei richiamato per dargli una risposta definitiva.
La mattina seguente andai a messa in Duomo chiedendoGli di aiutarmi. Prima di uscire mi fermai per il segno della croce e guardando il crocifisso Gli dissi :” Signore, mandami una persona, ti prometto che quella che mi manderai la prenderò, mandami quella che a te piace di più, uno che ha veramente bisogno di lavorare”
Poi sono partito e sono salito in macchina e mi sono recato a consegnare dei disegni in una azienda poco lontano, in una zona periferica della città. Uscito dalla macchina vedo poco lontano sul marciapiede un uomo che guarda verso l’alto, è un marocchino. Penso, lo devo evitare e accelero il passo. Lui mi vede e mi raggiunge. Mi ferma toccandomi un braccio. Io mi giro e lui a me: “Sai dov’è l’ingresso qui?” E io : “Si, sto andando anch’io seguimi”.
Così lui prende a seguirmi ma fatti pochi passi, forse per assicurarmi di non avergli dato l’informazione sbagliata dal momento che l’ingresso dell’officina era sul lato posto e soprattutto perché un dubbio cominciava a crescere dentro di me, mi voltati di nuovo e gli chiesi di colpo: “Ma tu cosa cerchi?”
“Io ho bisogno di lavorare”, mi rispose. Un brivido mi percorse. In quel momento il tempo si è come fermato. Ho sentito che Lui era lì. Una dolce infinita commozione mi prese, ma anche un moto di rabbia. Come potevo io Signore fare.. e poi lui è musulmano, no non può essere..Ho cominciato a combattere dentro di me con Lui per qualche minuto intanto che Aziz mi parlava. Poi gli dissi: “Anch’io ho un’azienda”
“Per me va bene anche lavorare con te” mi rispose. Così provai a sfidare la sua costanza e gli dissi “Ma la mia è lontana da qui, dall’altra parte della città e io ora devo andare via, non so nemmeno come lasciarti l’indirizzo..” Aprii la borsa per mostrargli che non avevo biglietti da visita e invece ecco che ne spunta uno che nemmeno sapevo di avere.
“Tieni allora e se riesci vieni a questo indirizzo stasera alle sei e mezza”. Certo che non si sarebbe fatto più vivo, me ne andai dentro all’azienda mentre lui voltava i passi ringraziandomi. La sera alle 6 e mezza lui era lì.
“E’ dalle 3 e mezza che sono qui. Dopo che ti ho lasciato sono venuto subito qui ma sai a piedi ci ho messo un pò..” disse come scusandosi. Lo feci salire e lo feci accomodare con i suoi abiti logori sulla sedia degli ospiti nella mia stanza e cominciai a fargli il colloquio. Alla terza domanda mi resi conto che ciò era inutile e che solo la verità ci avrebbe chiarito tutto ad entrambi. Mi feci coraggio e gli dissi : Questa mattina io ho pregato Gesù di mandarmi un uomo che aveva bisogno di lavorare”. Lui mi rispose “Anch’io poco prima di incontrarti avevo pregato Allah che mi mandasse un lavoro”.
Tempo dopo ricordando quell’episodio mi confessò : “Sai Stefano, era il primo giorno in questa città, ero appena uscito di casa e non sapevo dove andare.”
E dopo un momento aggiunse :”..ma Dio è grande!”