Che cosa vi e’ mancato?

Non c’è bisogno, per vivere in devozione costantemente, che di stabilire forti ed eccellenti massime dello spirito.

La prima ch’io auguro al vostro è la massima di S.Paolo: “Tutto coopera al bene di coloro che amano Dio“.

E in verità, poiché Dio può e sa trarre il bene dal male, per chi farà questo se non per coloro che senza riserva si sono dati a Lui? Sì perfino i peccati – dai quali Dio per bontà sua ci preservi – sono ridotti dalla Provvidenza divina al bene di coloro che sono suoi; grande artefice di misericordia converte le nostre miserie in grazie.

Ditemi dunque, che cosa non saprà fare delle nostre afflizioni, dei nostri travagli, delle persecuzioni che ci vengono mosse?

Se dunque accadrà che qualche dispiacere vi tocchi, da qualsiasi parte, assicurate la vostra anima che, se essa ama molto Dio, tutto si convertirà in bene. E quantunque voi non vediate le vie per cui questo bene vi deve venire, siate tanto più certa che verrà.

Se Dio vi getta il fango dell’ignominia sugli occhi, è per darvi una vista potente e rendervi spettacolo d’onore; se Dio vi getta a terra come S.Paolo, è per glorificarvi.

La seconda massima è che egli vi è Padre, perché altrimenti non vi comanderebbe di dire : “Padre nostro che sei nei cieli”. E che cosa avete da temere voi che siete figlia di un tale Padre, senza la cui Provvidenza non cadrà un capello della vostra testa?

E’ strano che, essendo figli di un tale Padre, noi abbiamo o possiamo avere altra cura che di ben amarlo e servirlo. Abbiate la cura che egli vuole che abbiate della vostra persona e della vostra famiglia e non di più.

“Pensa a me – egli dice a S.Caterina da Siena – ed io penserò a te”

La terza massima che dovete avere è quella che Nostro Signore insegnò ai suoi apostoli: ” Che cosa vi è mancato?“.

Vedete : Nostro Signore aveva mandato i suoi apostoli qua e là senza denaro, senza bastone, senza calzari, senza bisaccia, rivestiti di una sola tunica e poi aveva loro detto : Quando vi ho mandato così, vi è mancato qualcosa? Ed essi risposero : No.

Orsù figlia mia, quando avete avuto delle afflizioni, anche nel tempo in cui non confidavate tanto in Dio, siete perita nell’afflizione? Mi direte : No. Perché dunque non confiderete di superare tutte le avversità?

Dio non vi ha abbandonata fino ad oggi: come vi abbandonerà ora, che più di prima volete essere sua? Non vivete in apprensione del male a venire di questo mondo, perché forse non vi accadrà mai; e in ogni avvenimento, se succede, Dio vi fortificherà.

Egli comandò a S.Pietro di camminar sulle acque e S.Pietro, vedendo il vento e la burrasca, ebbe apprensione e l’apprensione lo fece affondare ed egli chiese soccorso al suo maestro che gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” e tendendogli la mano, lo assicurò.

Se Dio ci fa camminare sulle acque dell’avversità, non dubitate, figlia mia, non state in apprensione: Dio è con voi; abbiate coraggio sarete liberata

La quarta massima è quella dell’eternità. Poco m’importa ciò ch’io sono in questi momenti passeggeri, purché eternamente io sia nella gloria del mio Dio.

Cara figliola, noi andiamo all’eternità, vi abbiamo già quasi un piede; purché essa ci sia beata, che importa che questi istanti transitori ci siano fastidiosi?

E’ possibile che noi sappiamo come le nostre tribolazioni di tre o quattro giorni operino tante eterne consolazioni e non vogliamo sopportarle? Insomma figliola, ciò che eterno non è, nulla è.

La quinta massima è quella dell’Apostolo : “Lungi da me gloriarmi d’altro che della croce del Signore nostro Gesù Cristo“.

Piantate nel cuore vostro Gesù crocifisso e tutte le croci di questo mondo vi sembreranno  rose. Coloro che sono punti dalle spine della corona di Nostro Signore, il quale è il nostro capo, sentono poco le altre punture.

S. Francesco di Sales – Annecy, 30 Aprile 1618 – (da una lettera alla signora De La Baume)