Policarpo fu istruito nella fede da “molti che avevano visto il Signore”.
E “fu dagli Apostoli stessi posto vescovo per l’Asia nella Chiesa di Smirne”. Così scrive di lui Ireneo, suo discepolo e vescovo di Lione in Gallia.
Policarpo, nato da una famiglia benestante di Smirne, viene messo a capo dei cristiani del luogo verso l’anno 100.
Nel 107 è testimone di un evento straordinario: il passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che va sotto scorta a Roma dove subirà il martirio, decretato in una persecuzione locale.
Policarpo lo ospita durante la sosta, e più tardi Ignazio gli scrive una lettera che tutte le generazioni cristiane conosceranno, piena di magnifiche lodi ed esortazioni.
Lodo la tua pietà in Dio, fondata su una roccia incrollabile, e rendo la massima gloria (al Signore), perché sono stato fatto degno del tuo volto irreprensibile. Potessi goderne in Dio.
Ti esorto nella carità che hai a proseguire nel tuo cammino e ad incitare tutti a salvarsi. Dimostra la rettitudine del tuo posto con ogni cura nella carne e nello spirito. Preoccupati dell’unità di cui nulla è più bello.
Sopporta tutti, come il Signore sopporta anche te; sostieni tutti nella carità, come già fai.
Veglia possedendo uno spirito insonne. Parla a ciascuno nel modo conforme a Dio. Sostieni come perfetto atleta le infermità di tutti. Dove maggiore è la fatica, più è il guadagno.
Se ami i discepoli buoni, non hai merito; piuttosto devi vincere con la bontà i più riottosi. Non si cura ogni ferita con uno stesso impiastro.
Per questo sei di carne e di spirito, perché tratti con amabilità quanto appare al tuo sguardo; per ciò che è invisibile prega che ti sia rivelato, perché non manchi di nulla e abbondi di ogni grazia.
Sta’ fermo come l’incudine sotto i colpi. E’ proprio del grande atleta incassare i colpi e vincere. Dobbiamo sopportare ogni cosa per amore di Dio, perché anche lui ci sopporti.
Sii più zelante di quello che sei. Discerni i tempi.
Aspetta chi è al di sopra del tempo, atemporale, invisibile, per noi (fattosi) visibile, impalpabile, impassibile, per noi (divenuto) passibile, e sopportò ogni cosa.
Non siano trascurate le vedove; dopo il Signore sei tu la loro guida. Nulla fare senza Dio, come già fai. Sii forte.
Invita tutti per nome. Non disprezzare gli schiavi e le schiave; ma essi non si gonfino, e si sottomettano di più per la gloria di Dio, perché ottengano da lui una libertà migliore.
Unite insieme i vostri sforzi, lottate, correte, soffrite, dormite, svegliatevi come amministratori di Dio, colleghi e servitori.
Cercate di piacere a colui sotto il quale militate e ricevete la mercede. Nessuno di voi sia disertore.
Il vostro battesimo sia come lo scudo, la fede come elmo, la carità come lancia, la pazienza come vostra armatura. I vostri depositi siano le vostre opere, perché possiate ritirare capitali adeguati.
Siate tolleranti nella dolcezza gli uni verso gli altri, come Dio lo è con voi.
Conviene, o Policarpo, ricolmo di ogni felicità divina, che tu raduni un’assemblea gradita a Dio e che elegga uno che amate e sia zelante che potrà ben chiamarsi corriere di Dio, e gli sia affidato di recarsi in Siria per celebrare la vostra carità sempre attiva nella gloria di Dio.
Il cristiano non vive per sé, ma è a servizio di Dio. Quest’opera è di Dio, e anche vostra quando l’avrete compiuta.