Nata ad Avila (Vecchia Castiglia, Spagna) nel 1515, entrò nel Carmelo il 2 novembre 1535, fuggendo di casa.
Un pò per le condizioni oggettive del luogo, un pò per le difficoltà di ordine spirituale, faticò prima di arrivare a quella che lei chiama la sua “conversione”, a 39 anni. Tanto che si può dire avesse condotto fino ad allora una vita religiosa molto mitigata, per non dire mediocre.
Bella d’aspetto, debole di salute si poteva dire un pallido fiore del Carmelo, senza profumo di santità. Ma Nel 1555, la carmelitana tiepida cessa di vivere per sé e comincia a vivere Dio.
Si diede a viaggiare, ella che amava la vita comoda, soprattutto fatiche e disagi, nonostante la sua salute malferma e i suo continui disturbi. Per le gambe ferite, si rivolge a Dio , con schiettezza di donna risuluta: “Signore, dopo tante noie, ci voleva anche questo guaio!” Dio le risponde: “Teresa, io tratto così i miei amici”. E Teresa con pronta confidenza: “Ah Dio mio, ora capisco perché ne avete così pochi!”
In una notte di gelo, Teresa e la propria compagna si rifugiano in una casa deserta. La compagna, impaurita, dice tremando nel buio: “Madre mia, mi domando che cosa fareste, se io stanotte morissi in questa casa deserta”. E Teresa: “Sorella mia, quando ciò sarà accaduto, vedrò quello che dovrò fare. Per ora, lasciami dormire”.
Soltanto così ella può essere la “mamma” di tutti i carmelitani scalzi, che si lasciano guidare da lei, guidata da Dio per mezzo di visioni e d’intimi colloqui.
È maestra di mistici, come il poeta San Giovanni della Croce. È direttrice di coscienze. Scrive al re Filippo II e ai personaggi più autorevoli della Spagna.
Si occupa di tutto, e da brava madre, pensa anche alla parte economica delle sue fondazioni. “Teresa senza la grazia di Dio” ella dice “è una povera donna. Con la grazia di Dio, una forza; con la grazia di Dio e molti denari, una potenza”.
E Santa Teresa fu veramente una potenza, che trascinò nel vortice della sua passione mistica e ascetica gran numero di anime elette.
Fu definita “l’onore della Spagna e della Chiesa”. Ma più che di onore, bisognerebbe parlare di amore, perché Santa Teresa fu altissimo esempio di quello che i mistici chiamano uno “sposalizio spirituale”.
Era solito dire: “Nostro Signore chiede e ama anime coraggiose, per quanto umili. Nella vita spirituale occorre intraprendere grandi cose”. E Santa Teresa d’Avila intraprese la riforma del Carmelo, anzi la fondazione di nuovi conventi, maschili e femminili, dove l’ascetismo non fosse parola vana e retorica.
Morì durante uno dei suoi viaggi, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1582. a 67 anni. Nonostante l’età, gli strapazzi di fondatrice, i dolori di madre, aveva conservato aspetto piacevole e dolcissimo. Sulla guancia sinistra spiccavano ancora tre nèi di bellezza.