Geltrude aveva saputo, per via di rivelazione, che avrebbe dovuto sopportare avversità per crescere in merito.
Era alquanto perplessa, temendo la sua fragilità; ma il Signore n’ebbe compassione e le diede sua Madre, l’Augusta dispensatrice della grazia, necessaria per ben sopportare quella tribolazione. Egli voleva che, se la sofferenza le avesse stretto l’anima al di sopra delle sue forze, subito si rivolgesse alla Madre della misericordia che immediatamente le avrebbe accordato soccorso.
Poco tempo dopo ella si trovò immersa nella desolazione più tormentosa, perchè una persona consacrata a Dio, voleva costringerla a rivelare i favori particolari ricevuti nella festa precedente. Per vari motivi ella non giudicava opportuno aderire a quel desiderio, d’altra parte temeva di resistere alla divina volontà.
In tale dubbio ricorse alla Consolatrice degli afflitti e n’ebbe questa risposta: «Dà generosamente tutto quello che hai, perchè il mio Figliuolo è abbastanza ricco per restituirti con sovrabbondanza quello che avrai speso per la sua gloria».
Tuttavia ella teneva nascosto il suo segreto con tante precauzioni da riuscirle assai penoso e difficile svelarlo ad altri. Si prostrò allora ai piedi di Gesù, supplicandolo di manifestare, ancora più chiaramente, la sua divina volontà, e di darle la forza di compirla. Il benigno Salvatore si degnò di illuminarla con queste parole: «Deposita le mie ricchezze alla banca, perchè al mio ritorno, ne abbia gli interessi ».
Lo Spirito Santo illuminò allora la sua intelligenza. Ella comprese d’avere celato i divini favori per motivi di amore proprio; così, in seguito, rivelò con facilità i doni di Dio, secondo la profonda parola dei Proverbi: « Gloria regum est celare verbum: gloria autem Dei est investigare sermonem: La gloria del Re è di tenere nascosta la parola, ma quella, di Dio consiste nel premurosamente rivelarla ».
Tratto dall’Araldo del Divino Amore di Santa Geltrude