Ero ormai al termine del pranzo di cresima di Lorenzo, compagno di scuola elementare di mio figlio, quando suo nonno mi si è seduto vicino dicendomi: “Sa, anch’io sono stato a Medjugorje”. Il nonno di Lorenzo è un militare in pensione. Un uomo alto e distinto il cui viso mostra ancora i tratti di quella figura nobile e di rappresentanza che doveva avere quando esercitava la professione. La sua stretta di mano è ancora vigorosa. “Quando gli chiedo?”
“3-4 anni fa. Ho cominciato a viaggiare dopo i sessant’anni, con mia moglie e tra un viaggio e l’altro ho fatto qualche pellegrinaggio..sono stato a Fatima anche, sa, la Chiesa là ha fatto tanto, forse perché c’è l’imprimatur ecclesiatico è tutto molto organizzato, costruito, un pò artificioso magari.. mi aveva colpito molto vedere dentro la chiesa quella cupola di vetro che circonda il luogo dove ci fu l’apparizione. Si rimane a vederla” Si ferma per un attimo, poi continua ” a Lourdes non sono mai stato non posso fare un paragone, anche a Medjugorje c’è quella chiesa moderna, l’architettura non è indimenticabile e il posto non è un granchè..dietro c’è quella statua del Cristo in bronzo..L’ha vista?” “Si ” risposi
“Beh, successe che il gruppo con il quale siamo andati aveva in programma l’ascesa alla collina del Podbord ma mia moglie per via del suo problema alle gambe, non poteva proprio farla. Così io e lei abbiamo deciso di rimanere nei pressi della Chiesa ad aspettare che tornassero. Per ingannare l’attesa, ci siamo incamminati verso il luogo dove c’e la statua, avevo sentito dire che qualche volta usciva del liquido dal corpo, ma in quei giorni no e infatti non c’era nessuno intorno. Così mi sono potuto avvicinare liberamente e ho appoggiato la mano sul ginocchio destro della statua, quel punto che è tutto consumato..e proprio allora una goccia piccola come una capocchia di spillo mi ha toccato il mignolo e poco dopo un’altra più grande venendo da più su mi ha coperto l’unghia del medio. Non c’era nessuno intorno..”
La sua voce si blocca..d’un tratto il suo volto si fa quello di un bimbo, le labbra cominciano a tremare ed i suoi occhi s’inumidiscono al ricordo “..io proprio non meritavo questo”..dice mentre mi guarda come se fossi stato presente là. “..e’ stata la più bella emozione che abbia vissuto in tutta la mia vita”.
Tanto aveva aspettato il nonno di Lorenzo; tutta la vita aveva aspettato di essere toccato da Dio e come tutti noi anche solo di sfiorarlo con la punta delle dita. E per questo aveva cominciato a viaggiare, pur in tarda età: per cercarlo. Quel giorno a Medjugorje la Madre lo aveva accontentato, lo aveva preso da parte come fa la madre con i suoi bimbi quando vuole dire loro qualcosa d’importante, di intimo, sussurrare il proprio affetto e poi aveva preso ad accarezzarlo, cominciando dalla punta delle dita.