In una mattinata senza sole, in uno dei tanti grattacieli di Philadelphia, uno dei tanti ascensori si blocca con a bordo cinque persone. Subito la situazione si qualifica come poco distesa, dato che ognuno culla le proprie fobie, sfoga il proprio fastidio, si mette sulla difensiva tra sarcasmi e punzecchiature varie. Le cose ovviamente non migliorano quando il guasto si rivela di difficile soluzione ed iniziano a trascorrere inesorabilmente le decine di minuti.
Nella stanza dei bottoni due addetti osservano dal monitor la situazione all’interno del cubicolo e Ramirez, ispanico di cattolicissimo retaggio, intuisce presto, interpretando alcuni strani aloni che appaiono sul monitor, che la situazione è ben più grave del pensabile: non esistono tecnici in grado di riparare quel guasto.
Ad essere guasto infatti non è l’ascensore, ma l’essere umano, che nelle cinque varianti dei personaggi intrappolati mostra tutto un ventaglio di difetti, pecche e soprattutto colpe. Di lì a poco la preoccupazione e il fastidio diventeranno puro terrore, mentre le forze dell’ordine, impotenti, osserveranno compiersi le fasi di un terribile enigma.
La sorpresa di Devil è stata scorgere aldilà dell’evidente “apertura a Dio” qualcosa di molto più raffinato sul piano dell’interpretazione cristiana del male e del rapporto dell’uomo con esso. Non fraintendetemi, il film mira naturalmente a sconvolgere e spaventare (di non poco conto fra l’altro il fatto che ci riesca), e per farlo spettacolarizza e forza alcuni principi teologici, ma senza appiattirli.
La trama è originale, interessante e soprattutto da brividi. Ma c’è di più, molto di più: in pieno accordo con la migliore poetica di Shyamalan, un cristianesimo latente affiora dalla storia per diventarne, in punta di piedi, il protagonista. Il male si manifesta atroce e implacabile, mentre gli avvertimenti di Ramirez appaiono ridicoli (sottolineo “appaiono” e specifico: meravigliosamente ridicoli) anche allo spettatore stesso, al corrente della reale natura della situazione. Per chi non ha difficoltà col genere Devil è un film raccomandato, ben confezionato, ben recitato… portatore di un pacchetto di significati sorprendentemente importanti. Ottimo l’iniziale scorrere dei titoli di testa: geniale.
Tratto da La luce in sala : DEVIL – USA 2010, di John Erick Dowdle, con Chris Messina, Logan Marshall-Green, Jenny O’Hara, Bojana Novakovic…
In Devil si oscilla costantemente tra situazione sotto controllo e senza controllo. I personaggi cercano in tutti i modi di trovare un sistema che permetta di bloccare il comportamento degli altri, si controllano con il cellulare, si mettono con le spalle al muro, si girano tenendo le mani sul muro, cercando così meccanismi che non permettano comportamenti inattesi. e invece l’inatteso arriva sempre. E quando arriva colpisce. La forza contro il male non è la guerra fredda, ma la collaborazione.