Annachiara fa parte dell’associazione laica “Memores Domini”, che a Modena, dal 1981, è una comunità di sette persone dedite a Cristo che vivono un’esperienza di verginità, silenzio e preghiera. Insegnante di Educazione fisica in pensione, continua ad esercitare la professione come volontaria in una scuola di Comunione e Liberazione. Per il suo movimento è una delle responsabili della “Scuola di Comunità” dei ragazzi delle superiori di Modena, dove ha conosciuto Marta.
Come ha conosciuto la Spei?
Per Comunione e Liberazione, il movimento a cui appartengo, seguo la Scuola di Comunità dei ragazzi delle superiori di Modena. Qui c’era [Marta], che andava a lezione di matematica dall’ingegner Pesaresi: la ragazza ci tenne a farmelo conoscere. Lo vidi solo due volte, una volta nel suo ufficio, un’altra in occasione di un pranzo… Non ricordo più niente di cosa parlammo, neanche di cosa sia la Spei.
Siamo un ufficio tecnico come ce ne sono tanti, ma la ditta è affidata a Maria…
Sì, questo lo ricordavo…
Alla Spei lavora gente che non è stata assunta tramite oculate selezioni del personale, ma è “arrivata”.
Mi viene in mente qualcosa… [sorride, ndr]
A queste persone la Spei insegna un lavoro, aspettando che “qualcosa succeda”: chi viene ha generalmente un cambiamento da fare, una svolta che deve prendere per migliorare la sua vita.
Una volta era venuta da voi [Erika], una ragazza che vi fece conoscere Marta. Se non ricordo male non si trovò bene da voi e vi fece anche causa, anche se non c’erano ragioni reali per farlo. Fu proprio in quel caso che Pesaresi volle incontrami per parlare di Erika, andai in ufficio per questo motivo. Al tempo gestivamo alcune aule comunali in via Galilei, destinate ad attività di aiuto allo studio: Erika, che abitava in zona, ci aveva contattato per venire a studiare con noi. Stette con noi un po’ di tempo, la vediamo ancora, ma non frequenta più CL.
Lei era un “caso”?
Sì, aveva parecchi problemi famigliari che si portava dietro da tempo.
C’era anche Erika con voi in ufficio quel giorno?
No, eravamo solo io e Pesaresi…
Ricorda qualcosa del nostro ufficio?
Ricordo che c’era una luce molto soffusa… Ho bisogno di molta luce, questa cosa non è che mi piacesse molto… C’erano dei computer, delle scrivanie… E poi le statuine nell’ufficio.
E la volta che avete mangiato insieme al pranzo di CL?
Non ricordo più bene di quel pranzo… Probabilmente ero in cucina [sorride].
Stefano presentò a Marta il suo modo “immediato” di essere cristiani, ad esempio nell’essere disposti a cogliere segni su segni nella realtà quotidiana. Marta, adolescente, venne un po’ turbata da questo suo atteggiamento, e ci tenne affinché Stefano incontrasse il mondo di CL, per un confronto.
Marta è molto sensibile… E questa sensibilità permette anche di cogliere cose ritenute secondarie… Ricordo questa sua necessità del “confronto”… A CL siamo abituati a rispettare i percorsi personali della gente… Dio è talmente fantasioso! [sorride]. Forse Marta aveva pensato che Stefano sarebbe potuto diventare uno di CL, può esserci stato questo desiderio da parte sua… Ci incontrammo, ma di fatto non sbocciò una collaborazione…
12/11/2014