Farsi pane

Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi busserete: Signore aprici. E lui: non so di dove siete, non vi conosco. Avete false credenziali. Infatti quelli che vogliono entrare si vantano di cose poco significative: abbiamo mangiato e bevuto con te, eravamo in piazza ad ascoltarti… ma questo può essere solo un alibi, non significa che abbiano accolto davvero il suo Vangelo. La sua Parola è vera solo se diventa carne e sangue.

A molti contemporanei di Gesù succedeva proprio questo: di sedere a mensa con lui, ascoltarlo parlare, emozionarsi, ma tutto finiva lì, non ne avevano la vita trasformata. Così noi possiamo partecipare a messe, ascoltare prediche, dirci cristiani, difendere la croce come simbolo di una civiltà, ma tutto questo non basta. La misura è nella vita.

La fede autentica scende in quel tuo profondo dove nascono le azioni, i pensieri, i sogni, e da là erompe a plasmare tutta intera la tua vita, tutte le tue relazioni. Perché le cose di Dio e le cose dell’uomo sono indissolubili. Infatti quelli che bussano alla porta chiusa hanno compiuto sì azioni per Dio, ma nessuna azione per i fratelli. Non basta mangiare Gesù che è il pane, occorre farsi pane. 

Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia. Non vi conosco. Il riconoscimento sta nella giustizia. Dio non ti riconosce per formule, riti o simboli, ma perché hai mani di giustizia. Ti riconosce non perché fai delle cose per lui, ma perché con lui e come lui fai delle cose per gli altri. Non so di dove siete: i vostri modi di vedere gli altri sono lontanissimi dai miei, voi venite da un mondo diverso rispetto al mio, da un altro pianeta. 

La conclusione della parabola è piena di sorprese. Prima di tutto è sfatata l’idea della porta stretta come porta per pochi, per i più bravi: tutti possono passare. Oltre quella porta Gesù immagina una festa multicolore: verranno da oriente e occidente, dal nord e dal sud del mondo e siederanno a mensa. Il sogno di Dio: far sorgere figli da ogni dove. Li raccoglie, per una offerta di felicità, da tutti gli angoli del mondo, variopinti clandestini del regno, arrivati ultimi e da lui considerati primi.

Tratto da : Gesù riconosce i suoi figli in ogni angolo del mondo – Avvenire.it – XXI domenica tempo ordinario – Anno C