Guarigione di mademoiselle Marie-Pierrette Gagniard

Mademoiselle Marie-Pierrette Gagniard aveva 32 anni. Perse l’occhio sinistro da bambina, subito dopo essere venuta al mondo. Non ricorda di aver mai visto da quell’occhio, la cui palpebra stava appena aperta.

Nel 1830 fu presa da grandi mal di testa; da quel momento ha avuto una malattia così frequente e così grave, che un anno dopo l’altro, ha ricevuto tre volte gli ultimi sacramenti; i suoi dolori continuavano a crescere; infine, il 12 luglio 1845, perse il suo secondo occhio. Il suo medico credeva che avesse un tumore alla testa e  che questo fosse la causa dell’incidente.

Da quel momento, il suo mal di testa divenne ancora più crudele. In alcune crisi, i suoi piedi e le mani si contorcevano in modo orribile per coloro che assistevano. La perdita della vista le provocava un eccesso di afflizione e un aumentava le difficoltà per la situazione in cui si trovava. Sua madre era morta, stava sola nella casa di suo padre, con il suo vecchio padre, che aveva bisogno delle cure di sua figlia più di quanto lei potesse darle.

Circa tre mesi dopo questa completa cecità, l’intera parte sinistra del suo corpo divenne paralizzata. Questa paralisi è durata cinque mesi. Durante tutto questo tempo, non poteva fare altri movimenti oltre a quelli concessi dalla malattia. Questi attacchi di paralisi sono stati ripetuti più volte e sono stati più o meno prolungati. Di solito poteva prendere solo pochissimo cibo e il suo stomaco lo rimetteva molto spesso.

Per circa otto mesi aveva emesso sangue purulento dalla bocca, che sentiva scendere dalla sua fronte alla sua gola; lo sputava senza sforzo, e talvolta in una tale abbondanza che riempiva tre e quattro catini al giorno. Il dottore non aveva altre risorse per calmare il flusso di sangue, se non usando il sanguinamento o sanguisughe.

Il 29 novembre, vigilia del giorno in cui ha iniziato la sua novena, ha sentito che il flusso era più copioso del solito. Il suo dottore, che la vide di notte, la trovò più malata e gli disse che sarebbe venuto e l’avrebbe sanguinata il giorno successivo.

Ma un viaggio che fece quel giorno glielo impedì, e quando arrivò due giorni dopo, il sanguinamento non era più necessario; trovò la sua paziente migliorata e, soprattutto, più gioiosa, perché aveva saputo della guarigione improvvisa di Antoinette Bollenat guarita con mezzi che non immaginava (acqua de la Salette).

Le domandò Pierrette: Bevi anche acqua de La Salette? Sulla sua risposta affermativa, cominciò a esortarla ad avere grande fiducia nella Beata Vergine: poiché ha la fortuna di essere tra coloro che credono che Dio pur stabilendo leggi in natura, non abbia rinunciato al diritto e al potere di derogare quando lo desidera.

Dal primo giorno della sua novena, Pierrette Gagniard non ha emesso più sangue per via orale, ma il suo stomaco ha continuato a rifiutare tutto il nutrimento: i suoi mal di testa erano gli stessi, fino alle otto dell’8 dicembre, quando la Santa Comunione le fu portata.

Meno di un’ora dopo aver compiuto questa santa azione, si addormentò, cosa che non faceva da molto tempo, e non si svegliò fino alle undici o mezzogiorno in punto; la suora non sapendo che stava riposando, entrò nella sua stanza e la svegliò dal suo sonno tranquillo e piacevole.

Da quel momento, la luce del giorno cominciò a stancarla, il che la sorprese notevolmente, poiché per diversi anni, l’oscurità era la stessa di giorno e di notte; i suoi occhi iniziarono a piangere e le lacrime uscirono con tale abbondanza che presto il suo fazzoletto si inzuppò.

Alle dodici e mezza gli venne in mente di alzarsi; lo fece senza fatica e senza difficoltà, e fu posizionata vicino al focolare, in modo da voltare le spalle alla finestra dove stava arrivando la luce che non poteva sopportare. Il fuoco le diede un’impressione ancora peggiore della luce del giorno, e fu costretta a coprirsi tenendo costantemente i capelli sugli occhi.

Erano quasi le quattro, quando una suora della Provvidenza, che ogni giorno le portava un po’ d’acqua da La Salette, entrò nella sua stanza. La suora – le disse – c’è ancora un pò d’acqua nella bottiglietta, voglio davvero tenerla per me. – Oh! no, ti prego” – rispose lei – ” dammi una piccola goccia e vedrai che la Beata Vergine mostrerà che io sono sua figlia “. Lei prese un cucchiaio. “Rimangono solo ancora alcune gocce” aggiunse alla suora “Dammi il tuo fazzoletto, le verserò e mi strofinerò gli occhi.”

Lo fece nella semplicità della sua anima; si passò sugli occhi l’angolo del fazzoletto imbevuto di quest’acqua. – Ehi! ma.. – esclamò lei – sorella mia, vedo il tuo crocifisso!? Lo afferrò di fretta e gli attaccò le labbra, trasportata dal riconoscimento, lo coprì di baci, poi alzando la testa disse: “Sorella mia, vedo anche la tua faccia!”

Si sente venire un tale attacco che è sul punto di sentirsi male, ha una convulsione nervosa; i vicini accorrono, li riconosce tutti, li chiama per nome mentre entrano nella sua stanza, e tutti si precipitano da lei, perché tutti vogliono vedere questo prodigio con i loro occhi. Prende il libro quella stessa notte e legge facilmente prima di essersi confessata.

I curiosi si susseguirono fino a quasi alle 10 di sera. Fu solo a quell’ora che fu in grado di andare a letto. Il giorno seguente fu come stare al mercato: molte persone provenienti da frazioni e villaggi vicini vollero vederla.
Sabato 11 andò alla chiesa parrocchiale per fare la comunione di ringraziamento sull’altare dell’Arciconfraternita del cuore immacolato di Maria.

Il giorno seguente, domenica, ha frequentato tutti gli uffici della parrocchia, e persino il Catechismo di cui faceva parte, prima di averlo lasciato ammalata e cieca. Voleva che tutti i suoi compagni, che avevano pregato così tante volte per lei, e che avevano fatto visita a lei nella sua malattia e avevano perso ogni speranza di vederla di nuovo nei loro ranghi, per condividere con loro la sua gioia e per aiutarla a lodare e benedire la Signora e ringraziare Dio per il potere che ha dato alla sua Divina Madre per la felicità dei suoi figli.

Quello che fece la prima domenica dopo la sua guarigione, lo fece ogni domenica successiva; ha assunto tutte le opere e tutte le occupazioni che aveva abbandonato prima di essere guarita . L’indagine legale fatta il 10 febbraio 1848 dalla stessa commissione arcivescovile porta le firme che sono state lette sopra; quelli di Marie Pierrette Gagniard e dei testimoni interrogati.

 

Tratto da : Tratto e tradotto da “La verité sur les aveniments de La Salette du 19 settembre 1846”