Due missionari austriaci, Padre Gotsch e Fratel Gervasio hanno vissuto in Cina una esperienza unica. Fratel Gervasius, che aveva accompagnato lo scienziato Dott.Filchner attraverso il Tibet e l’India, ha raccontato questo fatto nel 1976: Un giorno accompagnava Padre Gotsch a Kaotai, da un moribondo che aveva chiesto l’estrema unzione. Fecero a cavallo 200 Km tra montagne e colline ed arrivarono in tre giorni dal moribondo. Troppo tardi, era già morto! Dopo averlo seppellito religiosamente, ripresero la strada del ritorno.
A circa metà strada, incontrarono un giovane che sembrava li aspettasse sulla strada e che chiese loro di seguirlo da sua madre malata. Il giovane li guidò per 15 km ad un piccolo villaggio. In una più che malridotta capanna una donna stava morendo. Vedendo il prete gli domandò: “Straniero, mi risponderai con verità alle domande che ti farò?” “Certamente, Madre” “Esiste un Dio nel quale ci sono tre persone? Esiste un’altra vita, un luogo di gioia per i buoni ed un luogo di terrore per i cattivi? E’ vero che Dio è venuto su questa terra, per morire per gli uomini ed aprire agli uomini il luogo della gioia? Straniero è vero tutto questo?” Stupefatto, il sacerdote rispose SI’. Ma da chi la donna aveva saputo tutte queste cose ?
La malata continuò: “Bene, tu hai acqua con te, allora “lavami”, così che io possa entrare nel luogo della gioia!” Come poteva la malata sapere che il Padre aveva con sé dell’acqua per battezzare? L’atteggiamento deciso della malata aveva qualcosa di infantile, ma di convinto. Padre Gotsch spiegò brevemente la liturgia ed il significato del sacramento e la battezzò. La malata piena di gioia, disse ancora: “Tu hai anche del pane con te. E’ un pane speciale, perché Dio è in esso. Dammi di questo pane!” Il sacerdote tirò fuori l’Ostia consacrata che portava su di sé. La moribonda sapeva anche questo!. Il sacerdote le spiegò il significato del sacramento dell’Eucarestia e le diede la Comunione. Le amministrò anche i Sacramenti della confessione e dell’ unzione degli infermi. Poi le disse: “Fino ad adesso tu hai fatto delle domande, adesso ne faccio io qualcuna a te”.
“Da chi hai saputo le verità della fede? Hai incontrato dei credenti cattolici o evangelici?”. “No straniero” “Allora hai letto dei libri cristiani?” “Non so leggere, straniero, e non sapevo neanche dell’esistenza di libri di questo genere” “Allora da dove e da chi hai ricevuto queste notizie sulla fede?” “Ho sempre pensato che doveva essere così, ed ho vissuto in questa maniera da quando avevo dieci anni .
Ho istruito in tal senso anche i miei figli, li puoi tutti “lavare” (battezzare)” “Ma sapevi quindi che oggi saremmo passati di qui?” “Certo, ho fatto un sogno ed ho visto un uomo anziano che mi ha detto di mandare sulla strada mio figlio giovane a chiamare i due stranieri. Mi ha detto che loro mi avrebbero “lavato” per andare nel luogo della gioia dopo la morte”.
I missionari furono profondamente toccati. L’atteggiamento della malata di fronte alla morte era così tranquillo che non c’era alcuno spazio per i dubbi. Al momento di salutarsi, i missionari regalarono alla malata un’ immaginetta di San Giuseppe, il patrono dei moribondi. La malata piena di gioia disse: “Ma questo lo conosco! E’ venuto molte volte a visitarmi. E’ lui che mi ha detto di mandare mio figlio sulla strada a chiamarvi!”
Era stato un sogno oppure San Giuseppe l’aveva visitata veramente? Lei non lo sapeva. E peraltro non era neanche importante saperlo. Era invece importante ciò che la malata aveva appreso attraverso di Lui..
I missionari seppero più tardi che la malata era morta quella stessa notte.
Da bollettino del 15-3-2013 di Suor Emmanuel + Tradotto dal francese