Il mio Rosario in tasca

In una delle grandi serate di concerti, Dimitri Mitropoulos doveva dirigere l’orchestra della N.B.C. nell’esecuzione della settima Sinfonia di Ludwig Van Beethoven. La fastosa sala della Camegie Hall era piena e strapiena. Erano presenti musicisti e artisti, attori e studiosi dell’arte.

Dimitri Mitropoulos era salito sul podio e stava battendo i primi colpi per l’avvio della Sinfonia, quando a un tratto rimase con la bacchetta levata in aria, fermo così per qualche secondo, mentre nella sala tutta la folla, all’oscuro, stava col fiato sospeso in attesa dell’inizio della Sinfonia. Ma di colpo, invece, Dimitri Mitropoulos, abbassò la bacchetta, la posò e, tra la meraviglia di tutti, scese dal podio e, senza dire nulla, si allontanò rapido dietro le quinte. 

La sorpresa lasciò tutti interdetti, non sapendo come spiegare una cosa del genere, mai successa in altri casi. Nel grande salone ritornò la luce, e tutti si chiedevano cosa mai fosse successo.

Si conosceva bene chi era Dimitri Mitropoulos: un uomo distinto e posato, un artista celebre, uno dei massimi direttori d’orchestra di tutti i tempi, una persona mite e riservata, che abitava in una semplice cameretta al 63° piano di un grattacielo di New York, menando una vita ascetica di cristiano impegnato nella carità, perché devolveva ai poveri tutti gli incassi del suo lavoro di direttore.

Come mai ora questo colpo di scena così a sorpresa? Che avesse avuto un malore improvviso?… Nessuno sapeva rispondere. 

Qualche minuto di tempo in attesa, e subito il grande direttore ricomparve, calmo e sereno, con un lieve sorriso di scusa sulle labbra. Non disse nulla, salì subito sul podio, impugnò la bacchetta e diresse la settima Sinfonia di Beethoven con una passione che sapeva esprimere quasi magicamente l’arcana sublimità della musica di Beethoven. E forse mai, tra i concerti tenuti nel fastoso salone della Carnegie Hall, si registrò alla fine un’ovazione così a lungo scrosciante, formidabile. 

Subito dopo, i giornalisti e gli amici furono pronti ad avvicinare il celebre maestro per chiedergli il motivo di quello strano assentarsi all’inizio del concerto. E il maestro rispose con la sua affabilità senza riserve: «Avevo dimenticato la corona del Rosario in camera, e mai ho diretto un concerto senza il mio Rosario in tasca, perché senza il Rosario mi sento troppo lontano da Dio!». 

Tratto da Rosario on line