Generoso aveva chiesto al vescovo T. di prendersi cura delle opere nate dal sito della Mamma della Pace, ma questi gli aveva risposto che la diocesi nulla poteva perché un imprimatur degli anni precedenti stabiliva che non vi era laggiù niente di soprannaturale. Solo un miracolo avrebbe potuto riaprire il caso. Poi il 14 novembre del 2011 Tinti chiede al papa di poter rinunciare al governo della diocesi e Benedetto XVI acconsente.
Il giorno di S,Stefano del 2012, Generoso si reca alla stele e vi trova una donna quasi sdraiata sulla scaletta che attraversa il fosso che separa la strada dalla stele. Voleva toccare con la mano la poca acqua rimasta mista a fango in fondo al fosso. Generoso le fa presente che di acqua ne aveva in abbondanza, sempre raccolta lì ma più limpida. La signora ringrazia ma – dice – non ne ha in effetti bisogno perché il miracolo l’ha già ricevuto.
Generoso capisce che si trova davanti ad una persona informata sulle proprietà del luogo. Solo chi conosce la storia della vicenda sa infatti che la Madonna avrebbe detto attraverso il veggente che l’acqua del fosso ha proprietà curative. Generoso le chiede di raccontargli la storia e lei dice che lo farebbe solo a colui che è autorizzato a quel posto. Generoso non ha difficoltà a convincerla di essere proprio la persona giusta. Così la signora comincia a raccontare.
E’ la fine del 2011, i dottori le avevano diagnosticato un tumore al pancreas in stato così avanzato che solo l’operazione avrebbe potuto salvarla. Ma una settimana prima del’intervento la madre si ricorda delle apparizioni di Gargallo e decide di portare la figlia laggiù. Una volta arrivati la figlia decide di portarsi via un pò dell’acqua del fosso, ma mancandole un recipiente prende un guanto che aveva in macchina, di quelli usati per fare benzina e lo riempie. Poi a casa si cosparge il ventre con il contenuto.
All’ospedale la settimana dopo i medici non troveranno più niente. Le radiografie lo possono testimoniare e la signora piange mentre racconta per la commozione. E’ il miracolo che Generoso attende e così invita la signora a fare una pubblica testimonianza nei locali dell’Associazione e di redigere insieme al parroco una dichiarazione firmata avallata dai referti medici.
Così in effetti avviene, una qualche decina di persone sarà presente al racconto prendendo visione delle radiografie, ma al momento della firma la signora si tira indietro per non coinvolgere la famiglia con quella notorietà che in quel modo si sarebbe creata intorno a lei. Generoso mi racconta questo stringendo il pugno vuoto, come se quell’acqua gli fosse scivolata via dalle mani per sempre. Il nemico è forte – aggiunge.
C’è il mistero di chi semina e di chi raccoglie. Entrambi partecipano all’opera del Signore ma ad alcuni non è dato di vedere subito la Sua gloria. Mosè condusse il popolo ebraico fino alla terra promessa ma non vi entrò. A lui fu riservato il compito grandissimo e umile di fare il pastore. Così a Generoso. A noi di aiutarlo e sostenerlo difendendolo dal nemico.