il regno di Stefan III

“Una bomba a orologeria innescata”, l’aveva definita sull’Economist Alina Inayev, di Black Sea Trust. Ai confini dell’Unione Europea, la Moldavia sprofonda in una crisi che rischia di mettere ulteriormente alla prova i rapporti tra Mosca e Bruxelles. Una crisi riaccesa dall’insediamento di un nuovo governo, sponsorizzato dai cosiddetti partiti filo-europei ma già accusato di corruzione nel Paese più povero d’Europa, incuneato tra Romania e Ucraina. E, come quest’ultima, intrappolato nel confronto tra un’anima che vorrebbe avvicinarsi all’Europa e quella che torna a guardare al mondo a cui la Moldavia apparteneva, nell’Urss.

Così scrive il Sole 24 Ore nel Gennaio del 2016 a proposito della situazione di questo paese di confine tra la Mosca e l’Europa. Confine non solo geografico ma di carattere e di fede. Sì perchè il paese è oggi attirato da due forze che si propongono di contrastare la povertà, due forze atee e materialiste: l’europa di Maastricht e la Russia comunista.

Ma nel passato la Moldavia visse un periodo di pace e prosperità indipendente sotto il regno di Ștefan III, detto anche Ștefan cel Mare, in italiano, Stefano il Grande (Borzesti, 1433 – Suceava, 2 luglio 1504), che fu voivoda di Moldavia dal 1457 al 1504 e diventato così anche l’unico sovrano moldavo ad aver governato per un arco di tempo così lungo.

Ștefan difese il suo regno dalle ambizioni espansionistiche del Regno d’Ungheria, del Regno di Polonia e dell’Impero ottomano. La lunga guerra contro i turchi ed il grande successo militare nella Battaglia di Vaslui lo resero molto popolare in Europa, tanto che Papa Sisto IV lo nominò verus christianae fidei athleta (“vero campione della fede cristiana”).

Venerato come santo dalla Chiesa ortodossa orientale, che lo ricorda il 2 luglio, Stefan pagò al sultano turco il riscatto per il Monte Athos, garantendo così la sopravvivenza di questa enclave monastica fondamentale per la storia della Chiesa d’Oriente.

Stefan fu il solo principe moldavo ad essere riuscito a stabilire rapporti diplomatici e culturali con l’Italia, soprattutto Roma e Venezia, identificando nel proprio nome la prima presa di contatto del popolo moldavo con la civiltà italiana.

Il Monumento di Stefano il Grande, a Chisinau, è oggi il più importante monumento della Moldavia.