Il Vangelo

Il Vangelo di per sè non chiama alla conversione, ma spiega al chiamato come compiere e perché compiere la missione dell’annuncio.

Il chiamato riceve il Vangelo dopo che ha già sentito la voce della chiamata e l’ha accettata. Come per Pietro, Giovanni, Andrea e Giacomo c’è prima un incontro poi un’adesione quindi un ammestramento.

E’ per questo motivo che non ci può essere un chiamato alla sequela di Gesù che non tenga il Vangelo tra le mani tutti i giorni e da esso non tragga tutti i giorni alimento.

Il Vangelo è perciò un manuale da portarsi sempre appresso, con una peculiare caratteristica, che è comprensibile solo da chi ha ricevuto la chiamata, perché solo questi è capace di comprendere il vero significato delle azioni e degli insegnamenti di Gesù. Tutti possono comprendere il linguaggio, ma solo alcuni riescono a capirne il senso.

Per esempio: “Non avrete finito di girare le città di Giuda prima che venga il Figlio dell’uomo”. Una frase certamente di Gesù eppure incomprensibile per i lettori che seguendo il contesto in cui viene espressa vedono in essa un’incongruenza con un’altra sua affermazione secondo la quale la missione spingerebbe i chiamati fino ai confini della terra. 

Ma il chiamato trova in questa frase la risposta ad una sua esperienza diretta. Egli non teme di fuggire di fronte alle ostilità che il mondo gli riserva perché prima che sia finito il tempo della missione lo incontrerà di nuovo.

In questo modo Gesù vuole chiarire che l’obiettivo non è riuscire nella missione di convertire il mondo ma quello di incontrare Lui di nuovo. Lungo il cammino della missione noi entriamo piano piano sempre più in contatto con il Suo mistero, che abbiamo, si, già intravisto il giorno del primo incontro ma che ora si fa più evidente. In una parola la missione ci avvicina a Lui.

Più precisamente dice che ci imbatteremo in Lui quando saremo pronti a vederlo. Un incontro improvviso ma atteso. Come si ha con la persona che piu si ama ma che non vediamo da tempo. 

Il Vangelo presuppone quindi un primo incontro e ne anticipa un secondo . Tra questi due momenti ci tiene compagnia, ci ammaestra, ci conforta, ci sussurra alle orecchie ciò che un giorno ci sarà chiesto di gridare dai tetti: “E’ vero, Lui è qui, io l’ho visto e mi ha parlato! “.

È il grido della Maddalena la mattina di Pasqua.