In fondo al corridoio

Poco fa mentre io e Gian stavamo parlando nel corridoio finendo di sorseggiare un caffè, un uomo che non aveva più l’uso delle gambe si è affacciato in fondo al corridoio, di solito sempre affollato e in quel momento improvvisamente deserto, per dirigersi verso il bagno.

Le scarpe pesanti strusciavano per terra mentre lui si trascinava con le grucce. Quando è stato nei pressi del bagno Gian è andato ad aprirgli la porta e lui è entrato. Poi la gente è tornata a passare nel corridoio. Qualcuno che era passato pochi istanti prima che l’uomo si era presentato sulla scena è tornato pochi istanti dopo che la porta del bagno si è richiusa dietro di lui. Ho pensato : solo noi eravamo presenti in quel momento davanti alla porta del bagno. Solo quelli della Spei sanno che c’è una missione da compiere. Fin qui siamo stati portati e abbiamo atteso per compierla.

Gian mi ha detto che lo ha mosso il ricordo di un suo vecchio zio affetto da poliomelite. Gian era stato preparato da tempo. Certe sofferenze troveranno una ragione di salvezza prima o poi. C’è un momento e dobbiamo avere certezza di attenderlo in cui la salvezza tutta intera sarà ritrovata. Come per il vecchio Simeone, cui era stato predetto che non sarebbe morto prima di vedere il Messia e che quella mattina andò al tempio e lo incontrò. Egli disse : Nunc dimittis..Ora dimettimi..cioè chiede congedo a Dio perché ha potuto vedere il Cristo.

Un giorno Gesù passa sulla nostra strada e ci chiama a seguirlo. Quando ci chiama si rivolge a noi singolarmente. Quel giorno possiamo dire di si o di no e non altro. Non esistono vie di mezzo. Per seguirlo conosciamo le condizioni, rinunciare a tutto finanche a se stessi e abbandonarsi alla missione.