La forza più grande sperimentata dall’uomo è l’amore: l’amore non si rassegna alla morte, lo supera e ci fa percepire vivo ciò che è fisicamente morto. Cosi il vescovo Giusti di Livorno nella predica alla Resurrezione di Cristo.
Riportando al centro la testimonianza della fede il presule ha invitato poi i fedeli a rivolgere il proprio sguardo ai santi e alla Vergine Maria. «La testimonianza più vicina e viva – ha proseguito il presule – è il Santuario di Montenero dove la sacra icona di Maria, venerata in tutto il mondo, concede ogni giorno centinaia di grazie. Non ultima la guarigione di un bambino, figlio di una coppia di Pontedera, affetto da un male gravissimo».
Ai fedeli che al termine della celebrazione eucaristica hanno domandato, emozionati, al vescovo di raccontare loro altre storie di grazia, monsignor Giusti ha ricordato che «i prodigi concreti della fede non sono storia passata, avvengono anche oggi e anche vicino a noi: da quando sono a Livorno sono venuto a conoscenza perlomeno di sei casi di persone che hanno ricevuto Grazie dalla Madonna di Montenero».
Intervistato dal Tg Rai della Toscana, il parroco di Montenero ha raccontato che due mesi fa, di sera, una giovane coppia si è presentata al santuario per pregare, perché il giorno dopo avrebbero operato il figlio, al pediatrico Meyer di Firenze: al bambino era stato diagnosticato un tumore al cervelletto. Il giorno successivo l’operazione è andata bene: il male non ha lasciato tracce.
Già ad aprile dell’anno scorso il parroco di Montenero assieme a circa 50 fedeli era partito a piedi alla volta di Lucca per un voto a Santa Gemma Galgani affinché intercedesse presso la Madonna per salvare un altro piccolo neonato. “Quel bambino – raccontò all’epoca il parroco – era un passerotto di pochi mesi quando gli hanno diagnosticato una gravissima malattia al cervelletto, le sue condizioni erano così gravi che l’abbiamo battezzato e cresimato insieme dietro autorizzazione del vescovo. Ora l’hanno operato al Meyer e ce l’ha fatta.
Nella preghiera, alla luce della fede, mi sono rivolto alla Madonna di Montenero e a santa Gemma Galgani . Ho fatto questo voto: sarei andato a piedi fino a Lucca, insieme ai parrocchiani che avessero aderito, per pregare nel convento delle suore passioniste che ospita le spoglie della santa”.
Padre Luca è molto legato al culto di santa Gemma, come ha ribadito anche ieri ai microfoni del Tg3 Toscana: “Sono originario di Grosseto e in quella zona è molto sentita la tradizione di questa santa: non una monaca ma una ragazza quasi nostra contemporanea, visto che è morta nel 1903. Si è spenta a 24 anni: aveva le stimmate. Il corpo della santa nel dicembre di tre anni fa per la prima volta uscì da Lucca per esser portato a Montenero alla devozione dei fedeli.
Le origini del Santuario risalgono al 15 maggio 1345, festa di Pentecoste, quando, secondo la tradizione, un povero pastore storpio trovò l’immagine miracolosa della Vergine Maria e seguendo un’intuizione interiore la portò sul colle di Montenero, luogo già conosciuto come rifugio di briganti e per questo considerato oscuro, tenebroso, denominato il monte del diavolo. Al di là delle molte leggende che circondano la storia del ritrovamento dell’immagine della Madonna, che la critica attribuisce invece ad un certo Iacopo di Michele detto Gera, sembra che tale immagine sia comparsa a Montenero in seguito a una rinascita di fervore religioso, intorno al 1341. La fama dell’immagine miracolosa si diffuse presto, a motivo delle tante grazie operate dalla Beata Vergine; cominciano i pellegrinaggi e con essi crescono le offerte per il piccolo oratorio che ospita la Madonna. Già nel 1380 furono iniziati i lavori per ampliare la Cappella e i locali che servivano al riparo dei pellegrini e che terminarono con i Teatini nel 1774. In questo lasso di tempo la Madonna di Montenero operò alcuni miracoli a favore di tutta la città tra i quali quello del 1742 quandò la città fu sconvolta da un violento terremoto e ancora una volta soccorsa dalla sua protettrice e dalla sua immagine che fu trasportata in città e posta davanti alla Collegiata.A Livorno quel miracolo non fu mai dimenticato tanto che ogni anno si rinnova il voto che i livornesi fecero alla Madonna “…di digiunare in perpetuo il 27 gennaio, di non fa balli, né maschere, di assistere nella Collegiata stessa all’annua funzione di ringraziamento…”. Ogni anno a maggio una diocesi toscana offre, assieme ai comuni del suo territorio, l’olio per alimentare la lampada votiva sempre accesa ai piedi della Madonna.
“Per adesso parliamo di grazia, finché non ci sono le attestazioni mediche non si può parlare di miracolo”, ha detto il professor Lorenzo Genitori, uno dei più illustri neurochirurghi d’Italia, che ha operato il bambino. “È stato operato e curato molto bene. Sono credente – ha aggiunto il medico – per ora quello che posso dire è che bisogna essere un attimo prudenti. In Vaticano c’è una commissione, di cui faccio parte, che valuta questi casi”. La curia di Livorno ha già inviato tutti i documenti a Roma.
“A febbraio – ha ricordato padre Giustarini – venne questo babbo disperato al santuario. Suo figlio sentiva forti dolori alla testa. Dopo la Tac gli venne diagnosticato un tumore al cervelletto. Gli consigliai di pregare Santa Gemma Galgani, di portarla qui a Montenero. Pregammo la santa affinché il bimbo guarisse. Il giorno dopo la famiglia tornò al Meyer, e il tumore era stato ripulito”. Finalmente una bella storia.
2 Aprile 2013 – Avvenire.it , La Nazione.it, Stamptoscana.it, Toscananews24.it – Livorno, bimbo guarito da tumore