“Per seguire Gesù bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare gioia, quella gioia che nasce dall’amore di Dio”.
Così Papa Francesco ha parlato ai giovani radunati alla Veglia della Gmg in Polonia davanti all’immagine di Gesù misericordioso ispirata da Santa Faustina Kowalska.
“Andare per le strade seguendo la ‘pazzia’ del nostro Dio che ci insegna a incontrarlo nell’affamato, nell’assetato, nel nudo, nel malato, nell’amico che è finito male, nel detenuto, nel profugo e nel migrante, nel vicino che è solo..e che ci invita ad essere attori politici, persone che pensano, animatori sociali” e che “ci stimola a pensare un’economia più solidale”.
Forse qualcuno può dire: “Padre, ma questo non è per tutti, è solo per alcuni eletti!”; gli eletti “sono tutti quelli che sono disposti a condividere la loro vita con gli altri”, spiega il Papa. “Tutti – dice – siamo chiamati a sperimentare”, perché Dio da tutti si aspetta qualcosa. E’ quel talento che ci ha dato all’inizio e che sa può fruttare e moltiplicarsi, se noi lo vogliamo.
“Dio vuole qualcosa da te, Dio aspetta te. Dio viene a rompere le nostre chiusure, viene ad aprire le porte delle nostre vite, delle nostre visioni, dei nostri sguardi. Dio viene ad aprire tutto ciò che ti chiude. Ti sta invitando a sognare, vuole farti vedere che il mondo con te può essere diverso“. E “se tu non ci metti il meglio di te, il mondo non sarà diverso”.
Soprattutto il mondo di oggi che – insiste il Papa – “non ha bisogno di giovani-divano, ma di giovani con le scarpe, meglio ancora, con gli scarponcini calzati. Accetta solo giocatori titolari in campo, non c’è posto per riserve”.
“Il mondo di oggi vi chiede di essere protagonisti della storia perché la vita è bella sempre che vogliamo viverla, sempre che vogliamo lasciare un’impronta. La storia oggi ci chiede di difendere la nostra dignità e non lasciare che siano altri a decidere il nostro futuro”.
E questo si può fare con le nostre mani, anche se sono quelle di un peccatore, perché “quando il Signore ci chiama non pensa a ciò che siamo, a ciò che eravamo, a ciò che abbiamo fatto o smesso di fare”.
Oggi stesso, “Gesù ti invita, ti chiama a lasciare la tua impronta nella vita. Un’impronta che segni la storia, che segni la tua storia e la storia di tanti”.
Tratto da : 31 LUGLIO 2016 – “Non siate giovani-divano. Siate protagonisti della storia e lasciate un’impronta!” – Monumentale discorso del Papa alla Veglia della Gmg al Campus Misericordiae: l’appello alla fine di ogni guerra e a non vegetare perché “Dio vuole titolari in campo, non riserve” – ZENIT.ORG – SALVATORE CERNUZIO