“Il pastore deve avere un rapporto..un triplice rapporto con il popolo di Dio: stare davanti, per far vedere la strada, diciamo il pastore catechista, il pastore che insegna la strada; in mezzo, per conoscerli: vicinanza, il pastore è vicino, in mezzo al popolo di Dio; e anche dietro, per aiutare quelli che rimangono in ritardo e anche a volte per lasciare al popolo di vedere – perché sa, “annusa” bene popolo –, per vedere quale strada scegliere: le pecorelle hanno il fiuto per sapere dove ci sono i pascoli buoni. Muoversi nelle tre [posizioni]: davanti, in mezzo e dietro. Un bravo pastore deve fare questo movimento.” Papa, Bologna, San Pietro, 1° Ottobre 2017
Interessante visione della guida del pastore e più in generale del direttore di una comunità o di un’azienda. Egli è guida perche sa discernere, è istruito, ha esperienza, ha carisma e sta a lui l’ultima parola; però è anche consapevole che la strada della salvezza che porterà ai pascoli buoni, sarà indicata dalle pecorelle, che la sanno individuare più prontamente di lui e che vi sono spinte da un fattore naturale, fisico quasi, che è vincente quando gli altri sensi non riescono più ad aiutare.
Non per intelletto scegliamo la strada verso la salvezza, non a tavolino, ma lungo il cammino stesso, pronti a cogliere le sensazioni, i segni che il Signore ha messo opportunamente, dietro l’angolo, per il nostro cuore.