Sono circa le 11.30. Scendendo con l’auto verso la città, vedo un uomo sul ciglio della strada che chiede un passaggio. Mi fermo e lo faccio salire. Il suo aspetto è simile al mio in queste giornate di sole e mare. Calzoni corti, maglietta stropicciata, sandali.
Subito prende a raccontarmi che è un marinaio in procinto per partire con una nave militare verso Lampedusa. Fa parte dell’equipaggio di Mare Nostrum, per il salvataggio dei clandestini che arrivano sulle nostre coste. Mi ha raccontato che principalmente ora sono profughi della Siria, ma che in passato molti sono arrivati dalle zone centrali dell’Africa. Lui nutriva un certo timore che alcuni potessero avere malattie pericolose, come l’Ebola o l’Aids. Alcuni amici gli avevano raccontato come, poco tempo fa, avessero caricato su una nave circa 200 persone di uno stesso villaggio. Alcuni avevano contratto l’Aids e poi nel viaggio l’avevano passata agli altri cosicché praticamente tutti erano contagiosi. Nunzio (questo è il suo nome) viene da Salerno. La famiglia lo aspetta a casa per fare le valigie.
Dopo 10 minuti il nostro viaggio è finito. Con molti sorrisi di ringraziamento Nunzio scende dalla macchina, lo saluto e gli dò una madonnina che tengo in macchina, compagna di un viaggio speciale. E mentre si allontana una speciale benedizione.
Ci sono uomini che senza particolari vocazioni compiono un servizio caro a Gesù mettendo a rischio la propria vita. Gesù lo sa, li ha scelti. E oggi ha voluto che ne incontrassi uno a me vicino.