MIO FRATELLO

Pina è nata a Napoli ma vive a Modena da molti anni. Lavora come insegnante di italiano nelle scuole primarie. Alla Spei ha frequentato un corso di informatica alcuni anni fa, e ha “portato” suo fratello Pasquale.

 

Come ha conosciuto la Spei?

Il figlio piccolo di Pesaresi è stato per tre anni un alunno della mia classe, prima di trasferirsi a La Spezia. Ero in ottimi rapporti con [Francesca], la madre, poi ho conosciuto Stefano. Qualche anno fa, Pesaresi aveva organizzato dei corsi di informatica nel suo ufficio, e tramite Francesco [Flagiello], che all’epoca lavorava alla Spei, mi sono iscritta anche io. Andavo qualche pomeriggio alla settimana, per alcuni mesi – ho imparato parecchie cose sul sistema “Word”.

 

In che rapporti era con Stefano?

All’inizio molto formali – ero sempre la maestra di suo figlio – col tempo, dopo che imparai a conoscere bene sua moglie, diventarono amichevoli.

 

Alla Spei facevate solo i corsi o anche una preghiera?

No no, solo i corsi. Stavamo nella sala dove ci sono i computer, e Francesco faceva lezione.

 

Nonostante abbia frequentato solo corsi di informatica, ha capito un po’ come funzionava la Spei?

Mio fratello mi raccontava delle cose, perché è stato un dipendente. Ho capito che è un tipo di associazione che accoglie soprattutto le persone che hanno bisogno – poi se uno riesce a sfondare… Sfonda.

 

È stata lei a portare suo fratello?

Sì, perché stava attraversando un periodo molto molto difficile, sia a livello lavorativo sia a livello esistenziale. Chiesi a Stefano se poteva prenderlo per un po’ con lui. Non so che lavoro facesse alla Spei, comunque venne accolto: non aveva niente, né lavoro né famiglia – moriva di fame… La notte venne ospitato in ufficio per dormire, ma è stato poco tempo lì dentro: non posso dire che non venne aiutato, ma sicuramente ebbe qualche frizione con Stefano…

 

Litigarono?

Non lo so, ma successe qualcosa di grosso. Si erano scontrati. Probabilmente Stefano l’ha fatto riflettere sulla sua condizione… So che s’incontravano qualche volta alla settimana, andavano prima a pregare poi a mangiare assieme. Ora è tornato in Meridione, credo stia valutando un percorso psicoterapico. Pasquale è stato aiutato parecchio, ma le cose purtroppo sono andate così…

 

Cosa le diceva suo fratello della Spei?

Diceva che era una società diversa dal solito, che Stefano aveva mille idee, ma che avrebbe dovuto focalizzarsi solo su alcune. Comunque la Spei è una società che aiuta parecchio: mio fratello moriva di fame, è stato aiutato. Evidentemente Stefano l’aveva scrollato a far meglio, e questa cosa qui… Boh, non lo so che è successo… Ora è molto giù, comunque… Lo salveremo… Prenderemo altre strade…

 

Che lei sappia, suo fratello pregava con gli altri? Andava a Messa?

No no, non andava a Messa. Proprio perché non ci andava trovava costrittivo l’impegno spirituale. Però ha sempre partecipato volentieri [alle riunioni], anche perché è arrivato come “bisognoso”, dunque…

 

O lì o lì…

Ecco, hai capito già tutto.

 

Finito il corso di informatica, e finita l’esperienza di suo fratello, ha mai risentito Stefano?

Mi ha telefonato l’altro giorno per dirmi di questa intervista. Un giorno venne ad aspettarmi fuori dalla scuola dove lavoro perché ero molto mortificata per mio fratello – era molto in crisi – e mi spiegò alcune [le sue] motivazioni.

 

Stefano venne di sua spontanea volontà?

Penso che ci sia stato un tramite per quell’incontro: una signora di colore, [Maureen Ogumbawo,] che aveva le sue bimbe a scuola e lavorava alla Spei come insegnante di inglese: chiese a Stefano di venirmi a parlare perché ero molto mortificata…

 

Parlando francamente: suo fratello ha ricevuto dei torti?

No. Solo che lui sapeva un po’ le condizioni… Sinceramente non so come siano andate le cose: e poi, quando succede qualcosa, la colpa non è mai di uno solo. Penso che si fossero scontrati, e che Stefano l’aveva fatto per il suo bene – in tutte le cose vedo sempre gli aspetti positivi.

 

Le domande sono finite: ha altro che vuole raccontarmi?

Penso di aver detto tutto. Comunque io con la famiglia Pesaresi ho dei rapporti buonissimi – devo anche telefonare a Francesca, so che questa estate ha perso il papà….

30/09/2014