“Il Maligno vuole sempre sporcare la creazione per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza”.
Per Benedetto XVI, “il ‘molto bello’ del sesto giorno – espresso dal Creatore – è permanentemente contraddetto dal male di questo mondo, dalla sofferenza, dalla corruzione”.
“In un mondo così marcato anche dal male, il ‘Logos’, la bellezza eterna e l”ars’ eterna, deve apparire come ‘caput cruentatum‘, cioè ‘capo insanguinatò”, ha rilevato il Pontefice sottolineando che “il Figlio incarnato, il ‘Logos’ incarnato è coronato con una corona di spine e tuttavia è proprio così: in questa figura sofferente del Figlio di Dio cominciamo a vedere la bellezza più profonda del nostro Creatore e Redentore possiamo, nel silenzio della ‘notte oscura’, ascoltare la Parola”.
E credere – ha detto il Papa – “non è altro che, nell’oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio ascoltare la Parola, vedere l’amore”.
Nel suo breve saluto, Benedetto XVI ha quindi ringraziato ancora il cardinale Ravasi, invitando a camminare “ulteriormente in questo misterioso universo della fede, per esser sempre più capaci di pregare, di annunciare, di esser testimoni della verità, che è bella, che è amore”.
23 febbraio 2013 – GLI ULTIMI GIORNI DI PONTIFICATO – «Nell’oscurità, credere è toccare la mano di Dio» – da Avvenire.it