Non si può essere cristiani moderati

Come s’è convinto che la Madonna appare tutti i mesi a Medjugorje?
«Potrei risponderle: perché cessa d’improvviso il cinguettio di migliaia di passeri, che riprendono a cantare solo ad apparizione conclusa. O perché la mia amica Isabella Orsenigo, ex sofisticata direttrice di Grazia, ora assiste 3.000 orfani di guerra su un’isoletta della Croazia. Ma è il clima d’entusiasmo ad avermi conquistato, la voglia d’abbracciarsi che pervade i fedeli. A Medjugorje avverti una presenza reale. Altrimenti non si spiegherebbero i 40 confessionali dove i pellegrini si mettono in coda per confidarsi con sacerdoti di tutte le nazionalità. Come dice Cristo, è più difficile convertire un peccatore che resuscitare un morto. Le grane cominciano quando torni a casa».
In che senso?
«Gli amici ti guardano storto: ma come, eri un puttaniere e adesso fai il santerello? I clienti non ti dicono nulla, però te lo fanno capire. E dopo un po’ ti mollano. Per fortuna a me ne sono arrivati di nuovi. D’altronde non si può essere cristiani moderati. “Il vostro parlare sia sì, sì; no, no. Il di più viene dal maligno”, prescrive il Vangelo. Ecco perché preferisco rischiare di parlare troppo piuttosto che troppo poco».
Il Vangelo non prescrive anche alle pecorelle di amare i loro pastori? Invece lei bastona il cardinale Tettamanzi, che resta pur sempre il suo vescovo.
«Venne in visita alla Marconi di Genova, industria elettronica di cui curavo l’immagine istituzionale. Non ricordo d’averlo visto benedire i reparti. Parlava solo di disoccupazione. Quando i musulmani sono andati a pregare davanti al Duomo di Milano, lui ha fatto chiudere le porte. Doveva uscire e recitare il rosario, invece. Lo saprà che adesso quella piazza per l’Islam è diventata terra consacrata? Aveva ragione Paolo VI: “Attraverso qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nella Chiesa”. Basta guardarla come edificio, per rendersene conto. Ma lei ha visto i nuovi templi che le gerarchie fanno progettare ai vari architetti Fuksas? Seguii per conto di Cefis la campagna pubblicitaria Dio cerca una casa da dividere con te della diocesi di Milano e l’unica cosa che dissi al cardinale Giovanni Colombo, un grande parroco, fu che occorreva fabbricare nuovi cristiani, non nuove chiese. Quelle esistenti bastavano allora e bastano oggi. È la fede che manca. Abbiamo bisogno di pastori che ci sveglino, che ci diano la dottrina. E che si affidino ad architetti cattolici praticanti, non atei».

Ma se suo figlio non vuole andare a messa, che fa? Lo ammazza?
«Mia moglie frequenta la chiesa ma non si confessa e non si comunica. Mia figlia è divorziata e risposata civilmente davanti a un sindaco vestito da pinguino. I nipoti appena apro bocca si danno di gomito. Non creda che la mia situazione sia facile. Sono il matto di famiglia. Cristo crocifisso è scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani, dice San Paolo. I cristiani sono improponibili».
Mi racconti del suo melanoma.
«Mi fu diagnosticato nel giugno del 2001. Una macchiolina sulla fronte. Mia sorella: “Mettiti nelle braccia del Signore come un bambino”. Mia moglie: “Adesso andiamo dal concessionario e compriamo un’auto nuova”. Dopo qualche mese: “Non preoccuparti, saprò cavarmela, ho le spalle larghe”. Mia figlia: “Stai tranquillo, papà, tu sei come la gramigna che non muore mai”. E lì subentra il narcisismo. Chi terrà l’orazione funebre? Quali nobili parole dirà? Si può sorriderne, ma viene in mente anche questo. Leggersi in proposito Il povero Piero di Achille Campanile, un monumento al paradosso della morte».
Era già rassegnato al destino ineluttabile.
«La sofferenza aiuta ad avvicinarsi a piccoli passi all’appuntamento che conta di più. Ti trasforma giorno dopo giorno in un’altra persona. Cammini per strada col tuo bel melanoma e vedi tutti tranquilli e sereni: chi compra il giornale, chi conversa, chi litiga per un posteggio. Pazzi, autentici pazzi. Offrire la vita per una buona causa? Forse un giorno, prima dell’arrivo del cancherotto, devo aver pensato a qualcosa del genere. Oggi mi confermo che non ho implorato la guarigione: ho solo chiesto di morire soffrendo il giusto per le mie spalle, pensando che si trattava di poco, un attimo, e poi sarei stato in pace. Quando, dopo il secondo intervento chirurgico, mi hanno informato che gli esami erano negativi, ecco l’idea vincente: allora muoviti, cambia vita, fai del bene, ti sono ancora concessi dei giorni preziosi. “Attenti a non disperdere l’utilità del dolore”, ammonisce Sant’Agostino. Era un uomo piuttosto intelligente».

 


domenica 27 settembre 2009, 08:00Ideava spot di Frank Sinatra “Ma poi ho fotografato la Madonna di Medjugorje”[1]di Stefano Lorenzettostefano.lorenzetto@ilgiornale.it