Suor Cristina fa parte della comunità delle Piccole Sorelle di Gesù Divino Lavoratore, un istituto diocesano eretto canonicamente nel 1993 e fondato da don Galasso Andreoli, un sacerdote che dedicò tutta la vita all’annuncio del Vangelo all’interno degli ambienti di lavoro, nei campeggi per i figli dei lavoratori e nelle loro famiglie. Nel 2009, Cristina conobbe Stefano al terzo piano di una fabbrica modenese…
Come quando e perché sei arrivata alla Spei?
Almeno tre anni fa, cercavo dei bambini che partecipassero alla “Festa dei Presepi”. Stefano, se non ricordo male, lavorava per la CNH. Lo conobbi, e iscrisse i suoi due figli. I suoi bimbi vinsero il concorso, dovevo consegnare loro il regalo: a casa non trovavo nessuno, non ricordo come ma arrivai in ufficio… Forse fu proprio Stefano, in fabbrica, a dirmi di venirlo a trovare alla Spei… Dovevo consegnare il regalo per i bimbi!
Trovasti facilmente l’ufficio?
Sì, conosco la zona… È vicino a dove abita lui. Ricordo che le pareti erano tutte azzurre e che c’era anche un bel gruppo di persone, maschi e femmine, tutti giovani…
Ti ricordi le pareti azzurre!
Ah sì, di sicuro… [sorride, ndr]. Stefano me le ha spiegate, erano di quel colore per ricordare la Madonna… L’azzurro è il colore di Maria… Se non sbaglio lui è un fan di Medjugorje… Mi aveva fatto vedere i suoi bigliettini, l’immaginetta… Sono dappertutto, almeno a quel tempo… È un po’ che non lo vedo, neanche in CNH…
Entrata in ufficio, Stefano ti ha fatto conoscere i ragazzi?
Sì sì… E disse che a un certo orario gli avrebbe fatto dire il rosario… Pregavano, insomma. Infatti mi sembra che ci fermammo e pregammo insieme, credo dieci Ave Maria… Ci fu un momento di preghiera insieme! Pensai: <<Ma guarda, che bravo… Davanti a tutti i ragazzi… Fa pregare tutti… Ce ne fossero!>>. Eravamo in una saletta, tutti lì…
Alla Spei il momento “previsto” di preghiera è al giovedì sera… Eri capitata proprio quel giorno?
No no, non era sera. Che il momento fosse previsto non ricordo… Magari Stefano ha colto l’occasione della “suora in ufficio” e ha fatto coincidere le due cose…
Che impressione ti ha fatto vedere tutte quelle madonnine in ufficio? Molti pensano subito che sia il posto di un matto.
Ritengo che sia una persona equilibrata. Il fatto di trovare un imprenditore che testimonia tranquillamente la sua fede e la dice senza timore è bello… Delle volte uno che va in fabbrica non dice mica che va a Messa, magari lo impari perché lo vedi in Duomo ma in fabbrica fa fatica a salutarti, avendo paura che gli altri possano dirgli: <<Ah! Saluti la suora!>> – capita sempre meno, perché a livello umano ci vogliono bene, però… Che Stefano fosse proprio così schietto mi fece pensare che credeva veramente. Mi sembra che abbia fatto il “voltaggio” a Medjugorje…
Si convertì nel 2005… Tre anni dopo andò a Medjugorje e, tornato a casa, affidò la ditta alla Madonna. Aveva avuto brutte storie con alcuni dipendenti, qualcuno lo aveva tradito… Così chiese a Maria di fargli incontrare le persone giuste.
Ora ricordo che mi disse qualcosa su alcuni tradimenti. Mi fece vedere un assegno sul muro [Matteo Faglioni] e mi raccontò alcune storie del passato e del cambiamento avvenuto…
Beh, è dal 2008 che la ditta va avanti così, a partire da una storia di conversione. Ricordi se Stefano ti chiese qualcosa della vostra comunità? Cosa facevate, che ruolo avevate…
Sì… Ricordo che gli chiesi se avesse mai conosciuto don Galasso, ma non ricordo la sua risposta. Galasso è stato il cappellano della CNH… Dopo la sua morte, nel 2005, fui io a sostituirlo in quella ditta… Non so se Stefano l’abbia conosciuto, ma forse mi disse che ne aveva sentito parlare. Sicuramente gli parlai della nostra comunità… Tutti mi chiedono cosa ci fa una suora in fabbrica, vuoi che una persona aperta come lui non me l’abbia chiesto? Per forza… Aveva molta stima di me, mamma mia! Si vede che è una persona educata… Era rimasto compiaciuto che fossi andato a trovarlo ed era contento di quello che faceva la nostra comunità… Non ricordo un incontro di contrasto… Perché a volte qualcuno comincia a dire: <<Io non condivido questo… Io non condivido quello…>>
Succede spesso?
Mamma mia! Parecchie volte… Alcuni te lo fanno proprio capire: appena arrivo c’è chi si alza in piedi ed esce dall’ufficio, soprattutto le donne, le impiegate normali – son più carini i maschi… Per amor del cielo, c’è il rispetto massimo: ma qualcuno pianta lì il lavoro e “gira i tacchi”, anche con un atteggiamento un po’ sprezzante… Però prego per loro e spero che il Signore li illumini…
Che gli faccia passare un po’ di rabbia…
Sì, ecco. A volte alcuni rifiutano anche il biglietto di augurio di Natale…
Cosa fanno le Piccole Sorelle di Gesù Lavoratore?
Cerchiamo di portare Gesù negli ambienti di lavoro, però mettendo al primo posto la persona alla quale ci rivolgiamo. Nel senso che non andiamo con un atteggiamento di imposizione della serie “Adesso io vengo qui e tu sei obbligato ad ascoltarmi”. Il nostro atteggiamento è prima di tutto di accoglienza della persona che abbiamo di fronte… Si instaura il rapporto umano e poi il Signore fa la strada, ci porta pian pianino dove vuole Lui…
Ricordi se Stefano ti disse che stava facendo una cosa simile?
Ah sì… Eravamo in sintonia!
Prima la persona… Voi andate fuori, alla Spei è il contrario: la gente arriva. Il movimento è opposto, ma lo scopo è sempre quello della predicazione.
Sì, l’annuncio…
Alla Spei arrivano anche degli atei, dei musulmani, degli arrabbiati. Il discorso generale che fa Stefano è quello del “cambiamento”: dalle piccole cose alla più grande di tutte, la conversione. La Spei smuove qualcosa, è poi la singola persona a capire cosa sia stato smosso… Effettivamente, dei cambiamenti avvengono. Ti chiedo: la Spei potrebbe diventare una delle ditte che voi Sorelle andate a visitare?
Beh… non credo: adesso siamo talmente poche… Una ditta che rientra nelle nostre visite ha l’appuntamento fisso: il tal giorno e la tal ora, ogni settimana siamo in quell’azienda. E poi noi seguiamo anche i dipendenti, se uno è ammalato, o ha bisogno…
È un impegno costante, non una tantum…
Esatto… Ci sono tante altre aziende che ci hanno chiesto di andare, come la System, ma ci vogliono le persone… A me non sembra comunque che Stefano ci abbia chiesto di andarci, in ogni caso c’è già la presenza “bella” da parte sua… Che poi lui ci chieda di venire almeno una volta all’anno – Pasqua, o Natale – o di venire a fare una visita quando siamo nelle vicinanze… Però farla rientrare nella lista è materialmente difficile… Magari potessimo andarci!
Sarebbe proprio una grazia avere una figura religiosa alla Spei. L’esperienza è bella, ma un religioso che si facesse vedere ogni tanto sarebbe importante, anche come “garanzia” del progetto… [suona la campanella]
Adesso ne parliamo a tavola…
08/10/2014