“Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. Un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera”.
“Farò in modo – promette l’ex rappresentante dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati – che questa istituzione sia anche un luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno” : donne, esodati, ma anche imprenditori in difficoltà, giovani senza lavoro, pensionati.
“Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze”, per “dare piena dignità a ogni diritto”, per “ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri”.
Perchè “in quest’Aula sono stata scritti i principi fondamentali della nostra Costituzione, la più bella del mondo” e allora “quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall’Italia”.
Si susseguono gli applausi, che diventano vera e propria, lunga, standing ovation quando la presidente della Camera avverte che “dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore”.
“Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare l’aiuto o la forza per rialzarsi – prosegue – ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come autorevolmente denunciato dalla Corte europea per i diritti umani”.
Poi c’è il capitolo lavoro. “Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati che nessuno di noi ha dimenticato”.
E subito dopo, l’esponente Sel ora presidente della Camera parla dei “tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana”: “oggi schiacciati dal peso della crisi”, cui seguono, nella ‘scaletta’, “quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti”.
“Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore e inesplorata di un disabile”:
Impossibile non dedicare memoria ai “molti, troppi morti senza nome che il nostro Mediterraneo custodisce”.
“Stiamo iniziando un viaggio, oggi iniziamo un viaggio, e cercherò di portare assieme a ciascuno di voi, con cura e umiltà, la richiesta di cambiamento che alla poltica oggi rivolgono tutti gli italiani, soprattutto i nostri figli”.
Infine un saluto “carico di speranze” a Papa Francesco.
15-3-2013 – Laura Boldrini alla Camera: «Dignità a ogni diritto» – avvenire.it
L.B. ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali la Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna (1999), il titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana (2004), il Premio Consorte del Presidente della Repubblica (2006) e il Premio giornalistico alla carriera Addetto Stampa dell’Anno del Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti (2009).
Il settimanale Famiglia Cristiana, nel suo numero 1 del 2010, l’ha indicata quale italiana dell’anno 2009, in ragione del «costante impegno, svolto con umanità ed equilibrio, a favore di migranti, rifugiati e richiedenti asilo» della «dignità e (…) fermezza mostrate nel condannare (…) i respingimenti degli immigrati nel Mediterraneo effettuati» nell’estate del 2009.[1] È stata insignita nel 2011 del Premio Renato Benedetto Fabrizi, premio nazionale ANPI.
Il 20 marzo 2013 uscirà il suo secondo libro edito da Rizzoli, “Solo le montagne non si incontrano mai. Storia di Murayo e dei suoi padri”, la storia di una bambina somala gravemente ammalata portata in Italia da un militare italiano nel 1994 e che dopo quattordici anni riconosce il padre naturale in una puntata di Chi l’ha visto?. Incoraggiata dalla sua famiglia siciliana, Murayo si fa avanti e contatta il padre con l’aiuto di Laura Boldrini, che in questo libro racconta il suo straordinario viaggio di ricerca.