Noi certo oggi dobbiamo essere grati anche a Ratzinger perché sotto il suo pontificato sono avvenuti nella nostra famiglia una conversione, due comunioni e oggi la cresima di Giovanni. Non era scontato. Ratzinger è salito al soglio pontificio il 19 Aprile 2005 e lo lascerà alla fine di questo mese.
Ma in verità Qualcun altro ha guidato la sua azione in questo tempo, azione che ci ha condotti qui oggi. E’ stata Maria che a buona ragione porta il titolo di Madre della Chiesa. Grazie a Lei noi tutti oggi qui presenti, ognuno a suo modo, ci siamo interrogati sul mistero della fede, quella imprescindibile domanda sul perchè della nostra vita e delle nostre scelte.
E qui capiamo che non si può dire di essere cristiani per il solo atteggiamento apparente con cui conduciamo il nostro stare nel mondo. Non è per la pratica formale della celebrazione che siamo appartenenti alla Chiesa e quindi meritevoli di titoli ed elogi, ma nell’essere intimamente uniti a Cristo.
E questa intimità deriva solo da una cosa : dall’avere un giorno “incontrato una persona, Gesù vivo”. Come i due fedeli che nel viaggio verso Emmaus incontrano lungo la strada un pellegrino e gli dicono “Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?” e cominciano a raccontargli tutte le cose mirabili che Gesù aveva compiuto alla loro presenza, cioè nella loro vita.
E alla fine al calare della sera, a tavola, stanchi di tutta quella camminata ed affamati, scoprono che quella persona di cui parlavano con tanto ardore era proprio davanti a loro : lo riconoscono nel momento in cui porge loro il pane. E chi in questi anni ha dato il suo pane a Giovanni? Nonno Mario e la nonna Edi, Fabrizio e Luana, nonno Giampi e la nonna Elena, lo hanno aiutato a vedere Gesù.
Così alla fine di fronte ai molti titoli che la Chiesa dichiara necessari per fare da guida ai giovani su quella strada che da Gerusalemme va ad Emmaus, la domanda è solo una e ancora quella: “Ma tu solo davvero non hai incontrato Gesù?” E questo basta.