Qui serve un miracolo

“Qui serve un miracolo”. A pochi giorni dalla pubblicazione dei dati Istat, che danno il tasso di disoccupazione ancora in crescita, il presidente della Cei Angelo Bagnasco è tornato a lamentarsi con il governo per la situazione drammatica in cui si trova l’economia italiana. Pur non nominando mai il premier Matteo Renzi, il cardinale chiede apertamente “investimenti in attività produttive a vantaggio dei lavoratori”.

Durante la messa per il lavoro al santuario di Nostra Signora della Guardia, Bagnasco parla della “sua” Genova. “Non è morta, ma è malata”.

Una situazione che riflette “il quadro generale” di un Paese come l’Italia “dove il lavoro non decolla nonostante alcuni segni che sembrano positivi o dichiarazioni rassicuranti”.

“La disoccupazione cresce – ammette il numero uno della Cei – servirebbe un miracolo”. I dati dell’Istat parlano, infatti, di un preoccupante 40% delle persone comprese nell’età dai 15 ai 24 anni ancora in cerca di lavoro, laddove la media europea è del 22%. “In termini percentuali siamo gli ultimi posti”, ha detto Bagnasco per cui cresce “la preoccupazione anche per gli adulti che una volta perso il lavoro hanno difficoltà a ritrovarlo, con gravi danni per la loro dignità e le loro famiglie. Diventa un peso insostenibile anche la ricerca di beni come la casa”.

La crisi del mercato del lavoro s riflette inevitabilmente sulle condizioni economiche dei singoli nuclei famigliari.“Mentre la platea dei poveri si allarga inglobando il ceto medio – rileva Bagnasco – la ricchezza cresce e si concentra sempre più in mano a pochi. Auspico che la concentrazione di risorse incrementi copiosamente gli investimenti in attività produttive a vantaggio dei lavoratori”.

Il presidente della Cei ricorda, infine, che “la povertà tocca 4 milioni di persone, quasi il 7% degli italiani. Lo scorso anno la Chiesa ha distribuito più di 12 milioni di pasti agli italiani”.