..Lo sappiamo purtroppo: la sofferenza prolungata rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita”.
“La sofferenza è sempre una straniera, la sua presenza non è mai addomesticabile.
Per questo è difficile sopportarla, e più difficile ancora – come hanno fatto certi grandi testimoni della santità di Cristo – accoglierla come parte integrante della propria vocazione, o accettare, secondo l’espressione di Bernadette, di ‘tutto soffrire in silenzio per piacere a Gesù”
..Nella vita “vi sono combattimenti che l’uomo non può sostenere da solo, senza l’aiuto della grazia divina. Quando la parola non sa più trovare espressioni adeguate, s’afferma il bisogno di una presenza amorevole”. E’ allora che si cerca la vicinanza di parenti ed amici ed anche di “coloro che ci sono intimi per il legame della fede.”
“Chi potrebbe esserci più intimo di Cristo e della sua santa Madre, l’Immacolata? Più di chiunque altro, essi sono capaci di comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento ingaggiato contro il male e la sofferenza”.
..“Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita.
..”La grazia propria del Sacramento dell’unzione degli infermi consiste nell’accogliere in sé Cristo medico. Cristo tuttavia non è medico alla maniera del mondo. Per guarirci, egli non resta fuori della sofferenza che si sperimenta; la allevia venendo ad abitare in colui che è colpito dalla malattia, per sopportarla e viverla con lui.
La presenza di Cristo viene a rompere l’isolamento che il dolore provoca. “
15/09/2008 10:48 LOURDES – Benedetto XVI: il “sorriso di Maria” indica a chi soffre le ragioni della speranza