Sentii la voce, bellissima

Per ben sette anni, dal 1990 al 1997, ho avuto continui attacchi di panico. Si tratta di una patologia che scatena altri disturbi molto fastidiosi che hanno gravemente condizionato la mia vita quotidiana.

Il paradosso è che mi sono ammalato quando, a mio parere, la vita professionale andava bene! In quel periodo, assieme a Mario Lavezzi, avevo realizzato il CD Dentro il bosco, prodotto dalla Cgd di Caterina Caselli. Mi rendevo però conto che mi mancava qualche cosa. Mi mancava Dio.

In effetti, da tempo, mi ero allontanato dalla fede. Non andavo più in chiesa, avevo abbandonato i sacramenti. Mi chiesi: “Perché Dio ha permesso tutto ciò nella mia vita? Forse vuole che io non canti più?”.

Un giorno ricevetti una telefonata da mio padre: “Vuoi venire a Lourdes?”. Accettai subito, perché riconobbi in quell’invito di mio papà la richiesta della Madonna. Partimmo in automobile, ero con i miei genitori e alcuni amici. Il viaggio fu lungo e per me molto faticoso, perché non stavo bene. Ho due bei ricordi di quella nostra permanenza a Lourdes di una settimana.

Una notte andammo alla grotta delle apparizioni. Il clima era suggestivo: c’erano le candele, i malati in carrozzella che pregavano davanti alla statua della Madonna, alcuni erano in ginocchio. Io, lì, davanti alla statua della Vergine pronunciai una preghiera che mi sgorgò dal cuore: “Maria, io ti chiedo di potermi realizzare nella vita”. Con il tempo ho capito che quella preghiera, in realtà, era una richiesta affinché la Madonna mi aiutasse verso il cammino della conversione, un cammino che, per me, continua tuttora.

Il secondo episodio fu il bagno nella piscina. L’acqua era ghiacciata e mi immersi per qualche secondo. Quando ne uscii, in meno di un minuto, ero già asciutto. Quando lasciai la piscina sentii una grande sensazione di pace, come la percezione di un abbraccio da parte di Maria. Questo è stato il primo segno sul cammino di conversione che avevo intrapreso.

Dopo circa un anno dal quel pellegrinaggio a Lourdes, mi trovavo in casa a leggere un libro davanti alla finestra spalancata. Era estate. Sentii la voce, bellissima, di una ragazza che stava passando proprio sotto la mia finestra. Uscii di casa e mi precipitai in strada, gridando “Di chi è questa bella voce?”. Katia, che stava portando a spasso il cane, tornò indietro e facemmo conoscenza. 

Abitava a cinquecento metri da casa mia e fino ad allora non mi ero mai accorto della sua presenza. Da quel momento ci incontrammo sempre più spesso e casualmente: al bar, davanti alla fermata dell’autobus, in strada… Così abbiamo fatto amicizia. Lei è molto credente e ha iniziato a parlarmi di Dio mentre parlava di sé, e io iniziai a innamorarmi di lei.

Dopo quattro anni e mezzo di fidanzamento ci sposammo. Quando ero andato a Lourdes a pregare alla grotta davanti alla statua di Maria avevo chiesto per me la riuscita professionale, diciamo il successo. La Madonna, nel tempo, mi ha fatto incontrare i segni della mia vocazione, cioè della mia riuscita umana. E infatti ho conosciuto Katia, con cui ho creato una famiglia. Dopo due anni dal nostro matrimonio è nato Samuele, che oggi ha otto anni. Mia moglie è stata una presenza decisiva, perché ha portato nella mia vita il volto misericordioso di Gesù. Mi ha fatto conoscere il culto della Divina Misericordia. Ho capito, grazie a lei, quanto Gesù mi ami nel profondo.

Perché decise di partire per Medjugorje?

A dire il vero ci andai per un motivo futile. Avevo scritto una canzone insieme a Gatto Panceri dedicata alla Madonna di Medjugorje e volevamo portarla a Sanremo. Chiesi a Maria la Grazia di superare la selezione, ma poi la canzone fu bocciata. Tuttavia non ci rimasi male e credo che comunque, prima poi, riusciremo a portarla al Festival, perché è davvero molto bella.

La Madonna riposiziona sempre il nostro sguardo. Noi chiediamo qualcosa, ma Lei ci fa intuire qual è la domanda giusta: quella che riguarda la nostra vocazione, non un particolare della vita.

C’è qualcosa che l’ha colpita in particolare di Medjugorje?

La gente che prega e la fila che trovi davanti ai confessionali. Medjugorje è, innanzitutto, un grande luogo di preghiera e di conversione. Vorrei tornarci ancora, questa volta con Katia e mio figlio Samuele.

 

Giacomo Celentano: pellegrino da Maria