Per la prima volta negli ultimi dieci anni l’immagine della Madonna di Kazan conservata a Soufanieh, un quartiere di Damasco, nella casa di una coppia di cristiani, ha ripreso a essudare olio.
Secondo la fonte il 17 aprile, alla vigilia della Pasqua che quest’anno è caduta nella stessa data per i cattolici come per gli ortodossi, Myrna al Akhras, la donna greco-cattolica protagonista dei fatti miracolosi è caduta in estasi, ha essudato olio e ha avuto una visione di Cristo. Nell’estasi ha ricevuto questo messaggio: “Le ferite che hanno sanguinato su questa terra sono le stesse che sono nel mio corpo, perché la causa e l’attore sono gli stessi; ma siate lieti, perché il loro destino sarà lo stesso di Giuda”.
Soufanieh è un quartiere di Damasco nè centrale nè periferico, non lontano dalla “Porta di Tommaso”, “Bab Tuma”. Nel 2001, un mese prima che vi giungesse Giovanni Paolo II l’immagine miracolosa della Madonna di Kazan ha ripreso a essudare olio purissimo e Myrna Al Akhras, sposata a un ortodosso, ha avuto – dopo undici anni – un’apparizione della Vergine. Non solo: sui piedi, sulle mani e sul costato sono apparse le stigmate, constatate da un gruppo di otto medici. Le ferite, aperte nel primo pomeriggio, si sono cicatrizzate alle 23, la sera stessa. Era dal 1990 che Myrna non aveva più apparizioni.
Ma l’olio miracoloso aveva continuato a uscire dalle sue mani, dal 22 novembre 1982. Quel giorno Myrna, una ragazza non molto religiosa, sposata da pochi mesi, era a casa di sua cognata, malata, e partecipava a una preghiera comune, voluta dalla suocera, una donna molto credente, cristiano-ortodossa. Il suo corpo rabbrividì, e dalle mani cominciò a uscire dell’olio. Solo un preavviso di ciò che sarebbe accaduto cinque giorni più tardi, quando in casa di Myrna e Nicola, suo marito, da una piccola icona della Madonna di Kazan, un souvenir comprato da Nicola due anni prima, cominciò a uscire dell’olio: olio purissimo, come stabilirono varie analisi compiute in tempi diversi, e in diversi paesi.
Dal 27 novembre ‘82 la casa di Myrna è stata teatro, giorno e notte, di visite e preghiere continue. Un fiume di persone. Cristiani, musulmani, curiosi e credenti non hanno mai smesso di entrare silenziosamente nel salone della casa – semplice, un’abitazione popolare – di Soufanieh. La porta di casa da quel giorno non si è più chiusa. Poi sono arrivate le guarigioni miracolose. Guarigioni non solo fra i cristiani, ma anche fra i musulmani. La fama di Soufanieh si è allargata, e parallelamente si è risvegliato l’interesse delle autorità.
La Siria, specialmente negli Anni ‘80, era un paese molto controllato, c’erano occhi e orecchie dappertutto. Fra l’altro i fondamentalisti islamici stavano preparandosi al tentativo di colpo di Stato schiacciato ad Hama.
“Il 28 novembre ‘82 sono arrivati quattro ufficiali dei servizi segreti – ci raccontò durante una visita che compimmo lì nel 2001 padre Elias Zahlaoui, parroco di Notre Dame de Damas – e in Siria i servizi segreti sono una cosa seria. Un medico era con loro. Due agenti si sono mescolati alla folla, e due si sono presentati apertamente. Credevano che ci fossero dei tubi; hanno smontato l’immagine, ma l’olio continuava a uscire. L’hanno rimessa a posto rispettosamente, e hanno chiesto a Myrna di lavarsi le mani davanti a loro, dal momento che avevano sentito dire che Myrna aveva l’olio sulle mani. È stato fatto; si è asciugata le mani con l’asciugamano, e poi le hanno dato dei fazzoletti di carta. Si è asciugata le mani davanti a loro, e poi le hanno chiesto di ricominciare a pregare. All’istante le due mani si sono ricoperte d’olio. Le hanno preso le mani, le hanno strofinato le palme. Un agente disse al medico: ‘Allora, hakiim?’. Il medico levò la mano e lo sguardo al cielo, e rispose ‘Allah Akbar’, Dio è grande. E la cosa è finita in questo modo: non ne abbiamo saputo più nulla”.
In realtà l’«affaire» non finì affatto lì. Il rapporto – sostengono alcune fonti diplomatiche di Damasco – salì tutti i gradini possibili, fino alla scrivania del rais, il presidente Hafez Al Assad. Alawita, una confessione islamica, diversa dai due grandi rami sunnita e sciita, ma attento ai rapporti con il cristianesimo. Quando il presidente cominciò a soffrire del male che l’avrebbe portato alla tomba qualcuno venne a chiedere un’immagine della Madonna di Soufanieh, e un batuffolo di cotone impregnato di olio miracoloso. Myrna scrisse qualche parola sul retro di un’immagine – nessuno sa che cosa – aggiunse un pezzetto di cotone, e tutto fu portato alla presidenza. I fedeli della Vergine miracolosa le attribuirono il merito di aver prolungato l’esistenza del rais.
Ci fu detto allora che la Vergine aveva promesso a Myrna che l’avrebbe rivista solo negli anni in cui cattolici e ortodossi celebrano insieme la Pasqua; il che avviene di rado, a causa della differenza nei calendari liturgici. “Quest’anno c’erano delle telecamere piazzate su Myrna; le ferite si sono aperte il Giovedì santo alle 2 meno un quarto del pomeriggio, precedute da dei tremori terribili – ci disse padre Zahlaoui – Myrna era come scossa da una corrente elettrica. Poi il sangue è uscito all’improvviso dalla fronte. L’hanno portata a letto. Il sangue comincia a colare dalle mani. Le tolgono le scarpe e si constata che ci sono delle ferite nette sul dorso del piede. Ma non è uscita neanche una goccia di sangue. Soffriva atrocemente. Dopo qualche secondo ha emesso un gemito di dolore e si è toccata il torace. Si è constatata una ferita di due centimetri. I medici erano là. Philippe Laurent di Parigi, un chirurgo di Los Angeles, Antoine Mansour, due psicologi francesi, Vivianne Ducail de la Roque e Brigitte Sauvgar. E c’era anche un medico dell’Ile de la reunion, George Fischer. E poi c’erano dei medici siriani. Myrna ha sofferto molto, e non è stato che alle 9 di sera che ha potuto alzarsi dal letto».
Intanto dall’immagine della Madonna, nella sala, dopo un’interruzione di undici anni, l’olio aveva ripreso a colare. Come adesso, nel racconto di tempi.it: “Negli ultimi tre anni c’è stato un piccolo cambiamento: dentro al tabernacolo incassato in una parete che contiene il calice e l’icona, all’interno di una scatolina rettangolare di vetro collocata ai piedi del calice, ci sono cinque o sei proiettili di arma automatica. Sono le pallottole piovute dentro la casa di Nicolas e Myrna a causa dei combattimenti in città. Senza ferire nessuno”.
23/04/2014 – Soufanieh, la Madonna di Kazan e l’olio miracoloso – di Marco Tosatti – www.vaticaninsider.it
Nel quartiere di Damasco dopo undici anni torna a essudare l’immagine della Vergine nella casa di una coppia di cristiani