Su una barca

“Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: ‘Salvaci, Signore, siamo perduti!’.

Ed egli disse loro: ‘Perché avete paura, uomini di poca fede?’ Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da stupore e dicevano: ‘Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?” (Mt 8, 23-27).

Un bambino di nove anni, di una scuola elementare di Ostia (Roma), ha commentato in questo modo, davanti a tutti gli altri compagni di classe, l’episodio summenzionato:

“gli apostoli, è vero, hanno avuto molta paura, ma questo è successo perché non hanno fatto come ha fatto Gesù. Gesù dormiva, perché riposava sul cuore del Padre. Loro invece non riposavano sul cuore di Gesù. Ecco perché si sono spaventati; ma poveri apostoli, come facevano a risposare sul cuore di Gesù, se ancora non Lo conoscevano?”

La conoscenza e l’amore richiedono, in effetti, attenzione e tempo..

Quando ci lasciamo distrarre dalle cose, dalle creature e dagli avvenimenti, quando è solo in apparenza che abbiamo “preso il largo” per Gesù, perché siamo ancora ancorati nel porto delle nostre sicurezze umane e delle nostre illusioni, allora basta un nulla per far vacillare la nostra debole fede.

Ma anche se Gesù “dorme”, la Sua Presenza cambia radicalmente la nostra vita.

 

Città del Vaticano – riassunto da un’ Agenzia Fides del 26/11/2008