Il ciclismo è uno sport mitico le cui vicende producono racconti epici, uno sport duro, popolare, amato anche dai bambini che, insieme ai calci a un pallone, fanno la prima conquista proprio imparando a pedalare. Le salite, poi, rappresentano di per sé una vera e propria metafora della vita, se non pedali non conquisterai mai la vetta.
Mario Palmaro nel 2009 scriveva che questo sport ha una «natura quasi metafisica»: come la Croce è il momento che prova la fede, diceva il filosofo del diritto recentemente scomparso, così la salita è il luogo della prova del campione.
Vincenzo Nibali ha mostrato che le salite le affronta come i mostri sacri di questo sport, ma non disdegna neanche il cronometro e le grandi classiche. Completo come pochi altri. Nel 2013 a Messina, prima di prender parte e vincere il Giro d’Italia, prese la Vespa del cugino per andare al famoso Santuario di Tindari e fare una promessa alla Madonna Nera: «Ti porterò la maglia rosa».
Tornato a casa confidò al padre Salvatore: «Sai, la Madonna mi ha chiesto di vincere il Giro». Non sappiamo se prima del Tour abbia ripetuto il viaggio in Vespa, di sicuro è a un passo dal poter regalare alla Madonna di Tindari anche la mitica maglia gialla del vincitore del Tour de France 2014.
Lo sta facendo come uno “squalo”, il soprannome che gli è stato affibbiato nel mondo delle corse per significare il suo correre in modo terrificante. Soprattutto per gli avversari. Ha vinto quattro tappe e l’ultima, che saliva fino alle mitiche cime del Tourmalet e di Hautacam, è stata una vera e propria cavalcata. Gli avversari sorpassati come fosse in moto
Tanto è cambiato in questo sport, ma ancora si deve pedalare e magari qualche Ave Maria la dice anche lo “squalo”. Per ricordarci che la tecnologia potrà anche far miracoli, ma fino a un certo punto.
Forza Vincenzo, Parigi è vicina, la Madonna a Tindari vorrebbe indossare il giallo.
Liberamente tratto da: Lo “squalo” Nibali regala la maglia gialla alla Madonna di Lorenzo Bertocchi – Asianews – 26-07-2014