UN CAMBIAMENTO INATTESO

Chiara è una bella ragazza di trent’anni, intelligente e spigliata, sicura di sé e delle proprie capacità. Dal 2012 vive col suo ragazzo a Nonantola, il suo paese natale, dove per cinque anni ha lavorato come educatrice in una scuola parrocchiale paritaria, prima di non essere improvvisamente riconfermata. Sta vivendo un periodo di preoccupazione e incertezza, ma crede fermamente in Dio e nella sua Provvidenza, nel suo disegno che ha su tutti noi, che siamo “strumenti della sua volontà”.

 

 Come sei arrivata alla Spei?

Ho lavorato alla Spei nel settore marketing per sei mesi, dal gennaio al giugno del 2004, quando avevo vent’anni, prima di intraprendere la mia carriera universitaria. Mi sono poi laureata in Scienze dell’educazione e ho lavorato cinque anni in una scuola parrocchiale paritaria. Non ho vissuto in prima persona il momento della conversione di Stefano e il successivo cambiamento della ditta. 
Un giorno però – era il 2008 – ricevetti una chiamata dalla Spei che voleva offrirmi un nuovo lavoro. Nonostante dovetti declinare l’offerta per dedicarmi interamente allo studio, ebbi l’occasione di rimettere piede nell’ufficio e di ascoltare il racconto di Stefano sul suo pellegrinaggio a Medjugorje e sulla sua conversione. Lo trovai molto cambiato, diceva che anche la Spei era cambiata nelle proprie finalità, che voleva aiutare gli altri.

 

Hai rivisto la Spei ultimamente?

Lo scorso aprile ho ricontattato Stefano per chiedergli un lavoro. La scuola in cui ero assunta negli ultimi cinque anni ha detto che non mi avrebbe riconfermato per problemi finanziari, così tutt’a’un tratto mi sono trovata senza la sicurezza di un lavoro che riusciva a sostentarmi e che amavo, che ho studiato per fare. Ero molto in crisi – sono tuttora preoccupata. Stefano mi ha invitato nuovamente nell’ufficio per “rifare” un colloquio. Siamo d’accordo che, se non riuscirò a trovare impiego in un’altra scuola, è probabile che dal prossimo settembre tornerò a lavorare alla Spei. Il mio obiettivo è lavorare, riavere uno stipendio.

 

È cambiato qualcosa nella Spei?

Sono cambiate tante cose. Stefano in primis. Sarà stato un caso, o che c’era caldo, ma per la prima volta l’ho visto in maglietta. Prima era sembra in giacca e cravatta. Ero stupita dalla presenza delle madonnine nel suo ufficio, dalle immagini di Gesù dappertutto. Mi avevano colpito tanto. Avevo capito che lui era profondamente cambiato, così come la sua idea per cui il profitto va sempre subordinato alla persona. Una cosa molto strana per una ditta. Da credente quale sono, ero davvero felice di vedere in lui un tale cambiamento, era come se la fede fosse entrata in quell’ufficio. Non dico che prima fosse un brutto posto, tutt’altro: anche nel 2004 l’ambiente di lavoro era bello, mi ci trovai benissimo e Stefano era già una brava persona. Però vederlo così cambiato è stato bello, nella “nuova Spei” ho respirato un senso di pace. E pure è stato bello ascoltare da lui la storia di qualche suo dipendente, persone disagiate che avevano ritrovato un lavoro: sembrava di leggere un libro, ho sentito che lì davvero era intervenuta la Provvidenza.

 

 

Ti senti sola nella ricerca di un lavoro, oppure sai che c’è qualcuno che ti aiuterà?

Sono nella condizione di tante ragazze che devono impegnarsi a cercare improvvisamente un nuovo lavoro. Io però ho l’aiuto di Dio. E non lo dico perché è bello dirlo, ma perché Dio c’è. Mi vengono alla mente alcune saggezze popolari: “Aiutati che Dio ti aiuta”; “Si chiude una porta e si apre un portone”; “Tutto il male non viene per nuocere”: certo sono preoccupata da questa situazione, ma ho fede e la fede mi dà forza. La Provvidenza agisce ogni giorno, nelle persone che incontriamo e da cui possiamo imparare. Mi rimbocco le maniche per trovare lavoro e insieme vivo la speranza di Dio, la sua vicinanza, le cose che ogni giorno mi vuole insegnare.


Cosa ti aspetti dal domani?

Non rischio di finire sotto un ponte, ora convivo ma ho bisogno di soldi: mica per comprare le scarpe di Gucci o darmi alla pazza gioia. Ho trent’anni, non sono più una ragazzina e ho alcuni progetti di cambiamento che vorrei realizzare: diventare mamma, crescere un figlio, sposarmi col ragazzo di cui sono innamorata e che amo da morire. 

05/08/2014