“Il giorno di San Bernardo, a Medjugorje, vidi il meraviglioso giardino della “Gospa”.
Un giardino particolare, bellissimo, con tanto verde, fiori lilla e alberi curati; ma il giardino più bello era quello costituito dai diecimila pellegrini che da Ferragosto “adornavano” il piazzale della Chiesa di San Giacomo.
Limpidi sorrisi, cuori aperti al dialogo e alla purezza, tra preghiere spontanee e sguardi gioiosi. Bambini stretti al petto dei genitori che scrutavano, con compiaciuto stupore, il cielo azzurrissimo di quel pomeriggio mentre “sbocciavano” maestose, in mezzo alla nuvole, le punte dei due campanili … una sensazione quasi di “prodigio”!
Sorpreso da tanta armonia e naturalezza con i quali “Figli” del mondo, riuniti sotto la stessa “Mamma”, vivevano in perfetta coesione e letizia. La composta complementarietà che scaturiva dai loro gesti già di suo mi parve un “miracolo”.Di fronte lo scenario beatificante e misterioso come l’esperienza che mi apprestavo a vivere anche quest’estate: la collina delle prime apparizioni e l’austero Monte della Croce. Rocce aspre e contundenti per una scalata lenta e insidiosa.
Un po’ come la nostra esistenza terrena che ci pone davanti continue salite e ripide discese. Rocce “irte” e “pungenti” come gli sbagli e i torti che commettiamo; “taglienti” e “ruvide” come le ferite che provochiamo a noi stessi e a chi ci ama. Alcune più “solide” e “appuntite” come quelle convinzioni che non riusciamo ad abbattere. Altre più “piccole” e “instabili” come quegli errori che sottovalutiamo ma che pregiudicano nel tempo i nostri gesti e le nostre intenzioni.
Un saldo bastone di appoggio ci conduce, alla pari di quei valori che ci accompagnano sempre, senza mai abbandonarci, dritti alla meta. Diverse ore di tragitto e di preghiera silenziosa, tra mille ostacoli e difficoltà, per poi alla fine accorgersi che ad accettarti e ad accoglierti, senza alcuna esitazione e per come sei davvero, restano le braccia tese e generose di tuo “Padre” e di tua “Madre”. Per me, ripercorrere le stazioni della Via Crucis su questi monti, evocava il coraggio e la capacità di affrontare e convivere con i momenti più difficili della vita.
Nella nostra Italia ci è dato spesso di vedere con rammarico famiglie distrutte, spremute dalla crisi e soffocate dalle insoddisfazioni ma a Medjugorje, in quei giorni di tardo Agosto, mi fu concesso di guardare un “paradiso” di splendidi pellegrini e di bambini gioiosi, sereni e contenti; persone unite nella semplicità e nella fede … “stelle lucenti”, e non solitarie, bensì riunite in “costellazioni”.
Così le grazie che Dio concede non sono sole e isolate ma diventano costellazioni di grazie infinite! In questa terra mariana le grazie da assaporare sono tante e i sorrisi delle famiglie sono solo alcune di queste , di quei fenomeni visivi ma concreti che si succedono a Medjugorje e ai quali vale la pena credere … davvero”.
Sebastian Ciancio – Presidente della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (F.U.C.I.) di Catanzaro
Tratto da CRONACA / Medjugorje, diario di un pellegrino – UN MIRACOLO CATANZARESE – Martedì 09 Ottobre 2012 – 10:8