Ospitare è un’esperienza che paga.
Anna, la mamma di Susanna è venuta da Barcellona con il marito per trovare la figlia che studia farmacia. L’ultima sera a cena abbiamo discusso se la chiesa fosse o non fosse ladra. Lei l’elemosina non la vuol fare senza sapere dove finiscono i soldi. E portava ad esempio un fatto che le era accaduto qualche anno fa.
Un giorno mentre era seduta in un ristorante un ragazzo venne per chiederle dei soldi ma lei lo aveva piuttosto fatto sedere lì a mangiare con sè. Poco dopo però arrivò il padre del ragazzo che lo prese alle spalle e lo tirò su di peso, urlandogli che non doveva mangiare, ma doveva portare i soldi a casa.
Allora io ho raccontato della signora con un velo in testa che ho incontrato due domeniche fa al momento di scendere dall’auto che avevo appena posteggiato.
Mi guardava standosene ferma in mezzo alla strada, lontana 1 metro, 1 metro e mezzo da me e sorrideva. Le chiese cosa avesse da guardarmi e mi rispose che voleva un panino. Dopo un primo momento di disagio sapendo che non avevo soldi spiccioli in tasca mi accorsi che poco più in là c’era una pizzeria e la invitai a venire con me a prendere qualcosa che avrei potuto pagare con il bancomat. Lei ringraziò ma quando fummo davanti la pizzeria era chiusa.
Non mi demoralizzai, mi accorsi di un bar aperto una ventina di metri più avanti e di un bancomat subito a fianco. Lei preferì non seguirmi. Andai allora a prendere i soldi e poi nel bar per vedere cosa aveva. Non c’erano panini ma solo qualche pezzo di pizza e focaccia. Presi tutto quello che aveva e con il pacchetto tornai dove l’avevo lasciata. Ma lei era sparita. E adesso questo pacchetto? Dovevo correre a casa, era l’ora di pranzo. Arrivai a tavola in ritardo, tutti erano seduti e il cestino del pane semivuoto. “Ecco un pò di pizza e focaccia per voi”. Tutti si tuffarono su quella e la finirono in poco tempo e mi chiesero come mai l’avessi comprata. Raccontai la storia e alla fine qualcuno disse: “Era la signora Provvidenza!”.
A quel punto Anna fece il gesto di passarsi una mano sulla fronte come per aiutarsi a ripescare dal passato un episodio. Poi cominciò: “Effettivamente..mi ricordo, quando lei (indicando la figlia) era pequinnha.., era Natale.., la televisione diceva che tutto era più bello. Ma io la mandai al diavolo, mio marito aveva dei problemi con la sua azienda ed era sempre molto nervoso, io stavo a casa con due bambini piccoli, in tutto avevo in tasca 200 pesetas l’equivalente di 2,50 euro di oggi. Niente festa, niente regali. Così spensi la televisione e decisi di uscire. Andai a prendere un pezzo di pane per loro. Susana era nel carrozzino e mio figlio 4 anni a fianco.
Entrai nella panetteria e non c’era quasi nessuno. Chiesi il pane e la commessa andò nel retro a prenderlo. Mentre aspettavo mio figlio comincio a giocare con una di quelle macchinetta automatiche che danno i regali per bambini. E io dicevo: “stai fermo non toccare!” , ma lui niente schiacciava tutti i tasti all’impazzata. Improvvisamente sentii un rumore metallico, una lampada rossa posta sopra la macchina cominciò a lampeggiare, e cascarono giù tutte le monete. Ma sai quante? Non finivano più. Cominciai a prenderle ma non mi stavano nelle tasche che avevo, mi uscivano da tutte le parti.
Tornò la panettiera e disse : “Signora ha vinto! Complimenti! C’era un signore poco fa qui che aveva giocato con quella macchinetta per un pò, chissà quanti soldi ci ha messo!”. Allora mi voltai e il signore era ancora lì seduto in fondo al locale, che leggeva il giornale. Pensai che quando fossi uscita mi avrebbe chiesto qualcosa. Uscii pregando che non lo facesse. Lui non si mosse.
Una volta a casa non sapevo dove mettere tutte quelle monete allora decisi di versarli in una di quelle scodelle dove si fanno i dolci. Si riempì fino all’orlo! Poi arrivò mio marito e mi chiese: “Cosa hai fatto da mangiare stasera, Anna?” E gli portai la scodella piena fino all’orlo. Li contammo tutti insieme io lui e i bimbi. Erano l’equivalente di 400 euro! Così da quella coppa sono usciti i regali di Natale per noi e per i bimbi.”
E il marito che fino ad allora aveva solo annuito, spiegò guardandosi intorno: “Un milagro, un milagro“.
Se la chiesa siamo noi, con i nostri milagri da raccontare, lla chiesa non può essere ladra, ma generosa, perchè Gesù ci ha regalato il Paradiso che è un tesoro senza fine e a noi basta ricordarcene.