Un paniere di uova rosse

Ho cominciato la giornata con Khalifa che è musulmano, pregando e rispondendo ad una raffica di domande su Medjugorje e sulla fede in generale e guardando un video sulle lacrime di sangue che scendevano sul viso della statuina di Civitavecchia. Poi sono partito per andare ad un appuntamento di lavoro che si è tramutato in un occasione per raccontare un paio di storie dei miei ragazzi.

A pranzo ho chiesto a Paolo se era d’accordo a mangiare insieme. Lui che lavora in campagna mi ha risposto di andare da lui per la mezza, non all’una e un quarto, altrimenti non se ne faceva di nulla. Va bene, ci provo – rispondo – ma dubito in cuor mio di potercela fare. Ma che problema c’è? Ci penserà Gesù.

Subito dopo risuona il telefono – è ancora Paolo che rettifica: “Mi hanno appena chiamato dei clienti che verrebbero a comprare dei prodotti -gratiadeo- circa per mezzogiorno, quindi vieni pure più tardi” . Arrivo infatti alle 13.17 precise. Paolo aveva appena scolato il riso. Abbiamo mangiato nel parco della villa e ti dico, sembrava di stare in paradiso. Dalla mattina non mi ero staccato un attimo da Gesù.

In ufficio intanto era arrivata Oana per aiutarmi in un lavoro e dopo averla raggiunta per spiegarle cosa aveva da fare sono ripartito per un nuovo appuntamento nel quale mi chiedevano dei ragazzi della Spei. Che è sempre come raccontare pezzetti di Vangelo.

Alla fine Oana mi ha chiesto se volevo mangiare a casa sua dove sua madre aveva preparato una cena in stile Pasqua ortodossa. Ho accettato naturalmente.

Devi sapere che loro mettono al centro del tavolo un paniere di uova rosse. Cioè dipinte di rosso. Si rifanno ad una credenza secondo la quale Maria e le altre donne sarebbero andate sotto la croce con uova pane ed altro da dare a Gesù e il suo sangue colando avrebbe tinto le uova.

Poi tenendo ognuno il suo uovo in mano a due a due le fanno battere una contro l’altra, dando un colpetto sulla punta mentre uno dice : “Gesù è risorto” e l’altro risponde: “E’ veramente risorto!”.

Hanno poi dei dolci simili alla nostra colomba, meno ricchi di zucchero ma con uova e formaggio.

Come primo piatto c’era una zuppa di verdure con pezzi di semolino. Benché non invitante bisogna pensare che è la prima cosa consistente che possono mangiare dopo aver fatto la quaresima. Per loro infatti la quaresima consiste in 40 giorni di digiuno a base di pane acqua e verdure, qualche volta pesce

I fiori che adornavano la tavola erano stati presi tra quelli che vengono messi in Chiesa tutt’intorno al tappeto raffigurante Gesù deposto dalla croce. Uomini e donne s’inginocchiano su di essi mentre guardano l’immagine per terra, pregano e piangono.

La madre mi ha chiesto se festeggiavo S. Giorgio, cioè il santo del giorno. Oana ci ha tenuto ad informarmi che nel loro calendario è una festa segnata con una croce di colore rosso cioè della massima importanza. Così manifestando la mia ignoranza ho letto su Wikipedia che S. Giorgio morto tre volte, per tre volte è resuscitato. Secondo la tradizione. 

Infine mi hanno spiegato che per loro il purgatorio non è un mondo  a parte ma il livello più “leggero” dell’inferno. Così come le uova sono solo rivestite della sofferenze di nostro Signore.

Sono stupito e prima di addormentarmi scrivo tutto questo ad Antonella che abita ad Ischia e che per anni ha parlato con la Madonna.

La giornata a pensarci bene finisce proprio così: a raccontare le meraviglie del Regno ad una mamma dolcissima, che vive su un’isola lontana, ma così dolce da catturare perfino l’attenzione della Mamma più dolce del creato. Da giovane Lei gli sussurrava messaggi dal Paradiso.